Prescrizione, Alfano: non ci sono spaccature, vicinissimi all'intesa

Prescrizione, Alfano: non ci sono spaccature, vicinissimi all'intesa
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Marzo 2015, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 16:58

Maggioranza divisa sulla riforma della prescrizione, attualmente all'esame della Commissione Giustizia della Camera.

Il testo, esaminato ieri in Commissione giustizia, allunga della metà i termini per i reati di corruzione, fino ad arrivare a 18 anni, e non è piaciuto ad Alleanza popolare, vale a dire Udc ed Ncd. Sono tempi «inammissibili per un paese civile», la linea di Ap, e così, con Forza Italia, volta le spalle e vota contro. Per nulla soddisfatti anche i grillini che si dicono «indignati». I loro emendamenti sono stati tutti bocciati «dal Pd che ha fatto vincere FI e Ncd». Ammettono, i M5S, che l'allungamento «è un passo in avanti», ma vogliono «ben altro, leggi più severe». E così anche loro voltano le spalle se pur scegliendo la strada dell'astensione.

«Ho parlato col ministro Boschi» sulla prescrizione, «siamo vicinissimi a un accordo, troveremo la quadra», ha detto oggi il ministro dell'Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano, sottolineando che non «siamo in un momento di spaccatura della maggioranza». «È davvero fuori luogo - ha aggiunto Alfano - ogni enfatizzazione dell'argomento come se fossimo in un momento di spaccatura della maggioranza.

Siamo in un avvio di percorso parlamentare, è normale che ci siano posizioni diverse su alcuni aspetti, troveremo l'accordo in tempi rapidissimi», ha sottolineato il ministro.

«La prescrizione andrebbe riscritta radicalmente. Temo che si stia facendo quella che a Roma si definisce una "romanella"». Questo il giudizio espresso dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, intervistato da Giovanni Minoli a «Mix 24».

Il no di Area popolare (Ncd-Udc). Secondo quanto detto all'agenzia Ansa dal capogruppo Ap della commissione, Alessandro Pagano, «si rischia di portare il termine della prescrizione a 25-30 anni, inammissibile per un paese civile che deve garantire gli innocenti e una ragionevole durata del processo».

Secondo quanto spiega Pagano «per il combinato della sospensione, dell'allungamento dei reati con leggi precedenti e adesso anche con l'allungamento del termine di prescrizione della metà, si rischia di arrivare a 25-30 anni». «La proposta di base del governo aveva trovato mediazione che è stata travolta dal lavoro in commissione, segno evidente di una posizione ideologica che per quanto ci riguarda mette in difficoltà lo stesso Governo», ha aggiunto.

«Stiamo lavorando, con il ministro Orlando, che ho sentito, con la presidente Ferranti e i membri della commissione. La maggioranza ha già individuato un'ipotesi di accordo», ha minimizzato il ministro Maria Elena Boschi, interpellata alla Camera sulla spaccatura con Ap sulla prescrizione. «Sono molto

fiduciosa che si troverà un accordo», ha aggiunto.

Con Ncd «discuteremo, l'esame del provvedimento è solo all'inizio, ma va salvaguardata una specificità dei termini di prescrizione per i reati di corruzione», ha sottolineato il Guardasigilli Andrea Orlando.

«Nel metodo abbiamo chiesto a tutti i gruppi di contribuire con le loro proposte, nel merito abbiamo tenuto conto delle necessità di incidere sul reato di corruzione, e di corruzione in atti giudiziari, aumentando della metà il termine della prescrizione. Ricordo che la corruzione tra tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione è quello più difficile da scoprire perché si fonda su un patto tra corrotto e corruttore. Di qui la necessità di un tempo lungo per la prescrizione del reato. Mi pare in definitiva che la posizione di Area popolare sia completamente incomprensibile», ha detto Amoddio, relatrice Pd della riforma della prescrizione.

«Sull'anticorruzione bisogna fare una legge vera e non slogan elettorali. Se si vuole l'appoggio del Movimento Cinque Stelle, lo si deve sudare e non fare emendamenti a ribasso che vanificano l'effetto del provvedimento, come quello proposto ieri» sulla prescrizione. Lo afferma Luigi Di Maio, deputato M5S e vicepresidente della Camera, ai microfoni di Radio Radicale.