Poletti: nessun intervento sulle pensioni. No a braccio di ferro sull'art.18

Poletti: nessun intervento sulle pensioni. No a braccio di ferro sull'art.18
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Giovedì 28 Agosto 2014, 15:45 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 14:07
Nessun intervento sulle pensioni. Lo ribadisce il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dal Meeting di Rimini di Cl dopo le ipotesi di nuovi prelievi circolate questa estate. «In linea di principio, senza far riferimento ad alcun progetto, avevo detto una cosa che credo normale, che possa esserci un atto di solidarietà nel sistema previdenziale. Che bisognerebbe trovare un modo per gestire insieme equità e crescita».



«Impiantare un braccio di ferro sull'art.18 senza impiantare un approccio complessivo» di riforma del mercato del lavoro «è un controsenso», dice poi il ministro Poletti. «Per questo abbiamo fatto la Legge Delega. Una discussione politica ci sta tutta, ma per il ministro quello è il testo di riferimento, è il testo del Governo».



«Tutte le volte che ci siamo infilati in una bella scazzottata sull'articolo 18 non abbiamo combinato niente, tante legnate ma risultati zero», continua Poletti. «Fare un intervento secco su una articolo significa fare a botte, proviamo invece a fare un disegno organico», aggiunge sottolineando che quello del Governo Renzi è «un approccio diverso», a partire dal varare soluzioni come una «pura semplificazione».



Sull'introduzione di nuove forme contrattuali serve «una riflessione», va fatta «una valutazione nel concreto», prosegue Poletti, parlando del contratto a tutele crescenti previsto dal «jobs act», in legge delega: servirà, sottolinea, «un costo più basso quantomeno nella fase iniziale, altrimenti tutti gli imprenditori userebbero la formula più efficiente ed economica per le imprese». Servono «caratteristiche diverse di flessibilità e costo». Serve «una buona regolazione: non crea posti di lavoro da sola ma condiziona le decisioni delle imprese, è un elemento che pesa sulle scelte», dalle assunzioni agli investimenti.



«Mi sento stabilissimo», risponde poi il ministro a una domanda sulla sua posizione oggi nel Governo Renzi. Dissapori con il premier? «Gli ho parlato anche ieri. Assolutamente no», dice, smentendo così le indiscrezioni di stampa.



Il bonus da 80 euro in busta paga «darà risultati nel medio periodo», «verrà confermato nella Legge di Stabilità», dice ancora Poletti. «Il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia hanno ripetutamente ribadito che è una scelta che vogliamo consolidare e che confermeremo nella legge di Stabilità». Sui consumi pesano «aspettative e fiducia che le persone hanno. Se il quadro di contesto invece di migliorare si stabilizza o ci sono problemi è ragionevole che anche dal punto di vista delle aspettative dei cittadini questo produca qualche effetto».



Nel mercato del lavoro serve «un cambiamento indispensabile», avverte inoltre il ministro. «Se non lo produrremo faremo molte riflessioni, molte analisi ma non porteremo a casa risultati». «Fiducia, se tutti insieme faremo questo sforzo e tutti ci prenderemo un pezzetto di responsabilità i risultati non potranno che arrivare».



«È un Paese abituato a pensare che vincono le rendite e non le opportunità», dice ancora Poletti. «Credo che l'impianto storico della relazione tra lavoro e impresa, basata su conflitto e contratto, oggi non funziona più», continua. E sulle riforme per il mercato del Lavoro dice ancora: «Cambiar la testa è un problema complicato, non cambiare le norme», ma «se non cambiamo testa non cambiano neanche le norme».



Questo paese ha un clamoroso problema che non ha ancora risolto: è il tema della relazione tra lavoro e impresa, avverte il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. «Troppa gente pensa ancora che l'impresa è il posto dove si sfrutta il lavoro», e quindi che servono «paletti e filo spinato perchè se li lasciamo liberi di fare quello che vogliono chissà che combinano». Logica da superare, dice il ministro al Meeting di Rimini: «Quando il primo maggio faremo la Festa del Lavoro e dell'impresa avremo capito».