Primarie Pd, Renzi ai nastri di partenza
con la campagna “Italia cambia verso”

Primarie Pd, Renzi ai nastri di partenza con la campagna “Italia cambia verso”
di Diodato Pirone
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Venerdì 11 Ottobre 2013, 19:47 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 19:13

Matteo Renzi aprir domani alle 16 a Bari la sua campagna per le primarie del Pd dell’8 dicembre. C’è molta attesa per l’intervento del politico fiorentino che dovrebbe contenere messaggi di forte innovazione. E innovativo sarà anche l’allestimento dell’evento. Renzi, infatti, non parlerà da un classico palco ma da una pedana a forma di freccia che richiama lo slogan scelto dal sindaco per la sua campagna: “L'Italia cambia verso”.

Il palco sarà largo al massimo 4 metri, con una pedana alta 50 centimetri e dunque il sindaco di Firenze, dunque, parlerà in mezzo ai manifestanti e non sarà prolisso: al massimo un’ora. Anche la scenografia sarà sobria con due schermi sui quali verrà proiettato il testo del discorso. Niente video e niente foto. In compenso, se così si può dire, ci saranno bandiere Pd.

Sul piano delle immagini e dei manifesti la campagna di Renzi si presenta con un curioso contrasto fra parole scritte al contrario rispetto a quella “giusta” (ad esempio “raccomandati” scritto al contrario contro “bravi” scritto per il verso giusto). Le immagini riprendono temi cari al sindaco di Firenze come quello della meritocrazia (“raccomandati” al contrario contro bravi, appunto). C’è un manifesto sul “Cavaliere” (al contrario) contro “Italiani” (scritto per il verso giusto) e una sottolineatura dei difetti nazionali come “Lamentarsi” contro “cambiare”.

Non manca una nota di sano populismo con la contrapposizione – in pieno stile Obama – “Palazzo” contro “Strada”. Da segnalare, infine, che non manca qualche polemica sul manifesto dedicato al “Perdere bene” scritto alla rovescia contro il “Vincere” urlato per il verso giusto. Su Facebook in tanti fanno riferimento alla parola d’ordine che non portò fortuna a Mussolini. Ma sembra più azzeccata la lettura di quanti vi leggono un’ulteriore, robustissima presa di distanza dal Pd marchio “perdente”.

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