Gentiloni, prima telefonata da ministero ai Marò. Mogherini da oggi è Lady Pesc

Paolo Gentiloni e Federica Mogherini
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Sabato 1 Novembre 2014, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 00:29

Il neoministro degli Esteri Paolo Gentiloni è arrivato alla Farnesina all'indomani del suo giuramento al Quirinale. All'ingresso è stato accolto dal segretario generale Michele Valensise, poi un caloroso abbraccio con Federica Mogherini, che da oggi entra in carica come Lady Pesc, prima del passaggio di consegne.

Gentiloni si è insediato alla Farnesina e «si è subito messo al lavoro sui dossier prioritari della politica estera italiana».

Telefonata ai Marò. Le prime due telefonate del nuovo ministro degli Esteri sono state ai due marò. Lo ha detto lo stesso ministro Paolo Gentiloni, uscendo dalla Farnesina. «I primi due colloqui da ministro, sono stati con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per rinnovargli la continuità dell'impegno. Per prima cosa ho voluto salutarli», ha aggiunto. Ai due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone il ministro Gentiloni ha «rinnovato dell'impegno del governo», Il caso dei due marò, ha detto il neo titolare della Farnesina «è in cima alla nostra agenda».

Mogherini. Cinque anni e una serie quasi infinita di crisi che lambiscono un'Europa tanto concreta sui parametri del rigore economico quanto evanescente sulle strategie comuni di politica estera.

Federica Mogherini ufficialmente Alto rappresentante della politica estera Ue - ha un'intera legislatura per ridare credibilità a un'Unione che su questo fronte ha fatto decisamente acqua e che, pur disponendo di un discreto servizio diplomatico europeo, può concretamente contare su scarse sponde tra i litigiosi e indecisi 28.

Ma la neo Lady Pesc, che si è dimessa da titolare della Farnesina, ancor prima del trasloco da Roma a Bruxelles, ha fatto capire per tempo che oramai tira aria nuova. Ha ringraziato con eleganza la Baronessa Ashton nel Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Ue il 20 a Lussemburgo, l'ultimo da capo della diplomazia italiana, chiamandola 'Cathy' e sottolineando il «grande affetto» con cui l'ha accolta nei mesi in cui è stata titolare della Farnesina. Ma dare all'Unione quella voce unica di cui ha bisogno è un'altra cosa, e Mogherini ha già avuto un po' di tempo per allenarsi con i primi quattro mesi da ministro degli Esteri e poi con l'impegnativo ruolo di presidente di turno dell'Unione che l'ha proiettata ancora di più sulla scena internazionale. Una serie di teatri di crisi - dall'Ucraina alla Libia, dalla Siria all'Iraq, al conflitto israelo-palestinese - nei quali Mogherini ha cercato di essere presente tirando in qualche modo la coperta stretta dell'Europa. E quando la nomina era auspicata e voluta da Matteo Renzi, ma ancora lontana, l'ormai ex titolare della Farnesina si è ripetutamente detta convinta che «è fondamentale che l'Europa abbia un ruolo».

La giovane Lady Pesc ora dovrà dimostrare che fa sul serio e l'opportunità è di quelle che possono diventare storiche. Quel «nuovo metodo» giudicato necessario alla vigilia della presidenza italiana del semestre ora diventa indispensabile. Il curriculum, Mogherini - classe 1973 -, ce l'ha. E la grinta pure. Dalla tesi di filosofia politica sul rapporto tra religione e politica nell'Islam, fatta durante l'Erasmus a Aix-en-Provence, al lavoro nel Dipartimento Esteri del Pd di cui poi è diventata responsabile, dalla presidenza della delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare della Nato fino alla Farnesina. Non si nasconde, e non potrebbe, i problemi.

Il 30 agosto, dopo la nomina da parte del Consiglio europeo ha ringraziato della fiducia che i capi di Stato e di governo le hanno accordato e ha scandito: «So di avere davanti sfide immani, la situazione è drammatica. Abbiamo crisi ovunque, fuori e dentro l'Europa». E di fronte a qualche rilievo sulla sua presunta inesperienza, che aveva accompagnato per mesi la sua candidatura, non ha battuto ciglio: «Sono 20 anni che mi occupo di affari esteri ed europei, ho un po' di esperienza istituzionale. E poi ho 41 anni, non sono giovanissima». Dalla conferenza stampa dopo la nomina, è uscita bene, chiarendo i principi ispiratori ai quali, per essere davvero credibile, dovrà dare un seguito: lavoro e pace perchè «il sogno europeo sia ancora un sogno e non si trasformi in un incubo». E il 6 ottobre, nelle tre ore di esame del Parlamento europeo, se l'è cavata ancora meglio. Con la promozione a pieni voti.

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