Napolitano: servono riforme vere, basta paralisi. Italia stufa dei vecchi assetti di potere

Giorgio Napolitano
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Giovedì 23 Ottobre 2014, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 15:03
«Dai Paesi asiatici sono venuti contributi preziosi nel superamento della crisi finanziaria, ma tocca alla Ue imboccare ora la strada di politiche decisamente orientate alla crescita - ha detto oggi il presidente Napolitano - E deve essere tutta la Ue, perché tutti accusano i colpi della stagnazione, se non deflazione».



Napolitano: insofferenza per i vecchi assetti di potere. «Si sta diffondendo in Italia un senso di insofferenza, di fastidio per il trascinarsi di vecchi assetti strutturali e di potere - ha detto il capo dello Stato in un lungo discorso al Quirinale - Per questo non bisogna fermarsi per strada ma proseguire con le riforme». Il presidente ha sottolineato comunque che c'è «un messaggio positivo. Cioè che in Italia si sta diffondendo un senso di insofferenza per il trascinarsi di vecchi assetti strutturali e di potere, e insieme di determinazione, forte come da lungo tempo non si vedeva, a non fermarsi per strada nel perseguire riforme e cambiamenti, in varia misura avviatisi».




«Basta paralisi, servono riforme vere». «Non possiamo restare prigionieri di paralisi e di impedimenti - ha detto Napolitano - Occorre varare cambiamenti importanti e regole vere, che siano tali e non paraventi a difesa dell'esistente».



«In politica troppi atteggiamenti frenanti». «Le riforme strutturali non sono rinviabili, ma bisogna sottolineare come sul piano politico permangano gravi implicazioni: troppe incomprensioni, contrapposizioni, pregiudizi e atteggiamenti frenanti che sono espressione di conservatorismi e corporativismi». Il capo dello Stato ha più volte sottolineato come ormai serva in Italia «una comune assunzione di responsabilità dinanzi ai rischi e alle sfide che il Paese sta vivendo. Sul piano politico, e con gravi implicazioni per la vita delle istituzioni, le troppe contrapposizioni pregiudiziali, l'incapacità di dialogo e di intesa, gli atteggiamenti frenanti o di vero e proprio rifiuto rispetto a scelte concrete di riforma, sono statil'espressione di conservatorismi, corporativismi e ingiuste pretese di conservazione di posizione di rendita, di ingiuste posizione acquisite».



«Vissuto con pena lo stallo in Parlamento».
«In Italia ci sono negatività ancora diffuse nei comportamenti politici, sociali e istituzionali - ha detto il Presidente - E un esempio ne è anche lo stallo del Parlamento sull'elezione dei giudici della Consulta.
Ci è toccato vivere con pena questa situazione. Con le nomine presidenziali per la Consulta, sono stato costretto a dare un esempio dovuto e severo, con scelte imparziali».




«In Italia clamorosi segni di negatività». «Ci sono clamorosi segni di negatività nella vita del Paese: dalla corruzione nel pubblico e nel privato alla criminalità, dalla scarsa funzionalità di troppe amministrazioni centrali e locali, a regressione in senso becero e violento dei comportamenti di individui e di gruppi asociali, fino alle degenerazioni eversive vere e proprie. L'Italia deve uscire dalla crisi e torniare a crescere, libera da zavorre».
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