Napolitano: «Parlamento legittimo anche dopo Consulta». Bagarre sulla legge elettorale. I 5Stelle: «Camere decadute». Boldrini: «Falso»

La bagarre in aula del gruppo M5S (Ansa)
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Giovedì 5 Dicembre 2013, 11:59 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 07:56

Il Parlamento non pi legittimo, il Movimento 5 Stelle scatena la bagarre alla Camera. Secondo i parlamentari di Grillo la sentenza di ieri della Consulta toglie la legittimità alle camere elette con una legge elettorale incostituzionale. Un annuncio di dimissioni? No, almeno per ore. Lo spiega il capogruppo Alessio Villarosa: «È giusto dimettersi e noi siamo pronti a farlo, ma solo dopo l'approvazione del Mattarellum che è l'ultima legge elettorale valida approvata dal Parlamento».

E' l'ennesimo motivo di scontro con la presidente della Camera Boldrini che ha risposto all'obiezione grillina: «Questa Camera è pienamente legittima e legittimata ad operare». Da qui è nata una polemica feroce tra la presidente e il gruppo M5S.

«Abbiamo chiesto una Capigruppo e la presidente ce la ha negata», ha detto il capogruppo Alessio Villarosa. Ma Boldrini replica: «È falso, c'e chi ha il solo intento di fare confusione a tutti i livelli».

Il Presidente Nel pomeriggio poi è arrivata la posizione di Napolitano: «Stiamo parlando - ha spiegato il capo dello Stato parlando con i giornalisti che a Napoli gli chiedevano se le Camere fossero ormai delegittimate - di una sentenza della Corte costituzionale che espressamente si riferisce al parlamento attuale dicendo che esso stesso può ben approvare una riforma della legge elettorale». Quindi, ha aggiunto il presidente Napolitano, «è la Corte stessa che non mette in dubbio che c'è continuità nella legittimità del Parlamento».

Niente stupore Il Capo dello Stato ha fatto pressioni per mesi sui partiti affinché si arrivasse a una riforma del sistema elettorale, così Napolitano ora spiega: «La decisione della Corte costituzionale non può aver stupito o colto di sorpresa chiunque abbia ricordo delle numerose occasioni in cui sono intervenuto per sollecitare fortemente il Parlamento a intervenire modificando la legge elettorale del 2005 almeno nei punti di più dubbia costituzionalità».

Forza Italia parla di abusivi Ma a parlare di deputati «abusivi» non sono solo i Cinque Stelle, ma anche Forza Italia. Il discorso riguarda quei parlamentari che hanno ottenuto il seggio grazie al premio di maggioranza, la cui elezione non è stata ancora convalidata dalla giunta. Renato Brunetta, capogruppo di Fi parte all'attacco: «Dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha bocciato l'attuale legge elettorale, bisogna immediatamente rendere esecutive le indicazioni che sono state date. I deputati eletti a Montecitorio grazie al premio di maggioranza, sono di fatto decaduti e i seggi assegnati grazie a quel premio, giudicato illegittimo dalla Consulta, dovrebbero essere riassegnati subito tra gli altri Gruppi presenti in Parlamento».

L'ex compagno di partito Fabrizio Cicchitto, ora del Nuovo Centro destra, critica i Cinque Stelle e le «sponde che i grillini trovano in Forza Italia».

La rissa di ieri Prima ancora c'era stata uno scontro con il Pd: I deputati pentastellati sono intervenuti a turno sulla votazione del verbale della burrascosa seduta di ieri, lamentando l'assenza, nello stesso verbale, di ogni riferimento a quella che qualche parlamentare del M5S ha definito «un'aggressione fascista e quadrista dei deputati del Pd di ieri verso di noi». Immediata la replica del deputato del Pd Ettore Rosato: «Nessuno parli di aggressioni fasciste». I deputati del M5S si sono autodenunciati per l'occupazione dei banchi del governo di ieri «per protestare contro un governo illegittimo».

Aula abbandonata Al termine di queste polemiche il Movimento 5 Stelle ha abbandonato l'aula per protesta contro la mancata convocazione della capigruppo: «Tutti dicono che vogliono fare una nuova legge elettorale e poi non vogliono neppure calendarizzare una capigruppo» protesta il presidente del gruppo M5S Alessio Villarosa che mostra ai cronisti la lettera di richiesta di convocazione della capigruppo negata dal Presidente della Camera: «Se Boldrini ci avesse concesso la capigruppo non saremmo stati in Aula a doverla votare. Le abbiamo spiegato per telefono quale era l'obiettivo della lettera inviata».

Le critiche ai grillini «I deputati Cinque Stelle con il loro gesto ridicolo di abbandonare l'Aula dimostrano una certa insofferenza per le regole democratiche e una tendenza, ormai consolidata, a cercare vie di fuga eclatanti ogni qual volta si tratti di approfondire temi complessi nei quali sono chiamati a motivare le loro posizioni - dice Khalid Chaouki, deputato del Pd - Sembrano scolaretti che, per evitare l'interrogazione, fingono il mal di pancia».

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