Scelta Civica, Monti getta la spugna
«Mi dimetto, 11 senatori contro di me»

Mario Monti
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Giovedì 17 Ottobre 2013, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 22:36
Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica. L'ex premier Mario Monti lascia la guida del movimento che ha creato. Si vuole «il superamento di Scelta Civica in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto è dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica è nata», dice Monti spiegando il motivo delle sue dimissioni. La presidenza verrà assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all'attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente.



«Domani - annuncia Monti - lascerò il gruppo Sc del Senato e chiederò l'iscrizione al gruppo misto. Nella mia veste di senatore a vita, non verrà meno il mio impegno per contribuire all'affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l'Italia continueranno a battersi». «In questi giorni il sen. Mauro, con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al Governo, posizione legittima - e naturale in chi fa parte di un governo - ma che non è la linea di SC, linea definita dai suoi organi direttivi e confermata nella proposta del »contratto di coalizione«, scrive Monti nella sua lettera di dimissioni dove stigmatizza anche la prospettiva del «superamento di SC». «Non posso non intendere la dichiarazione degli 'undici più uno' senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti» conclude quindi Monti riferendosi alla firma di Mauro che si salda con quella dei senatori che oggi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sulla legge di stabilità. Dichiarazione, nota Monti, che oltre al «pochissimo che viene detto» nel merito, «unisce le posizioni tenute di recente dagli undici firmatari e le connette ad un altro senatore di SC, che non è tra i firmatari in quanto fa parte del Governo, il Ministro della Difesa sen. Mauro».



«Sulla base degli elementi resi noti dal governo sul disegno di legge Stabilità approvato martedì sera, ho avuto ieri scambi di opinioni all'interno di Scelta Civica, in particolare con i presidenti dei Gruppi parlamentari al Senato (Susta) e alla Camera (Dellai), con i responsabili economici (Lanzillotta, Ichino, Zanetti) e con il portavoce politico (Della Vedova). Su tale base, nella serata di ieri ho rilasciato una dichiarazione come presidente di Scelta civica. Vi si esprimeva una prima valutazione, secondo la quale il ddl Stabilità appare soddisfacente quanto al rispetto dei vincoli europei, timido per quanto riguarda la riduzione delle tasse, insoddisfacente per quanto riguarda l'orientamento alla crescita», sottolinea Monti.




«Oggi, dal canto loro, undici senatori appartenenti al Gruppo di Scelta Civica - Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D'Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi - hanno rilasciato una loro dichiarazione congiunta. È difficile non convenire con il pochissimo che viene detto in ordine alla valutazione del ddl ('è un primo passo nella giusta direzionè). Ma vi è un quid specifico, di rilievo politico, che permea la dichiarazione, unisce le posizioni tenute di recente dagli undici firmatari e le connette ad un altro senatore di Sc, che non è tra i firmatari in quanto fa parte del governo, il ministro della Difesa Mauro», avverte Monti.
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