Migranti, Ue verso la soluzione militare. Alfano: «Bombardare i barconi degli scafisti prima che partano»

Migranti, Ue verso la soluzione militare. Alfano: «Bombardare i barconi degli scafisti prima che partano»
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Martedì 21 Aprile 2015, 23:28 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 07:54
«Un'operazione militare» contro i trafficanti di esseri umani, per distruggere i barconi della morte. Bruxelles mette in campo nuovi strumenti contro gli «schiavisti del XI secolo», in vista del vertice straordinario di giovedì. E, almeno a parole, si mostra in una veste se non proprio inedita, di certo rara: pronta a reagire.



«Per la prima volta - dice soddisfatto il premier Matteo Renzi - l'intera Europa si è mostrata attenta e solidale, con alcuni impegni concreti che proveremo a puntualizzare nelle ore che ci separano dal Consiglio Europeo di giovedì».



L'obiettivo lo spiega chiaramente il ministro dell'Interno Angelino Alfano: «Affondare i barconi degli scafisti, impedire che partano. Noi da soli non possiamo farlo ed è in corso un negoziato con Onu e Ue per avere, in un quadro di legalità internazionale, l'autorizzazione a questo intervento». Ma non solo.



L'Italia, come ha spiegato Renzi, proporrà interventi nei Paesi d'origine, il raddoppio di Triton, la ricollocazione d'emergenza condivisa tra tutti i Paesi, la collaborazione con le Nazioni Unite e uno sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia. Mentre dal Capo dello Stato, che oggi ha presieduto il consiglio Supremo di Difesa, arriva un nuovo richiamo all'Europa e alla comunità internazionale a «fare di più» contro questa «ferita lacerante», Renzi, che domani riferirà alle Camere in vista del vertice, ha avuto contatti con il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e il presidente della Repubblica cipriota Nicos Anastasiades.



L'obiettivo è arrivare al summit con «la massima condivisione» sugli interventi da mettere in campo. Ma come al solito, trovare la sintesi tra i 28 non sarà scontato. Perchè molto spesso, come ha sottolineato senza tanti giri di parole il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, l'immobilismo dell'Ue è dipeso dagli interessi nazionali e non da Bruxelles. «L'Unione Europea - ha detto - da vent'anni ha presentato delle serie proposte per una migliore politica di immigrazione, per una migliore protezione dei profughi, ma gli Stati membri dell'Ue anzi, per dirla meglio, i governi nazionali sulla base di interessi nazionali, finora non si sono mossi».



Certo finora non si erano raggiunti i numeri agghiaccianti diffusi oggi dall'Oim: 1.750 immigrati morti dall'inizio dell'anno, 30 volte in più rispetto allo stesso periodo del 2014. «Se davvero finalmente alle parole scritte corrisponderanno fatti concreti per l'Europa sarà un primo passo», ha detto Renzi, «ma la strada da fare è ancora lunga».
Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel parla della necessità di interventi su tre fronti: «Salvare i migranti, perseguire i trafficanti e combattere le cause» delle migrazioni di massa. Ma aggiunge: non ci saranno risposte e soluzioni rapide.
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