Salvini sui campi rom: «Li raderei tutti al suolo»

Salvini sui campi rom: «Li raderei tutti al suolo»
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Mercoledì 8 Aprile 2015, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 10:48
​«Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi, raderei al suolo i campi Rom». Così Matteo Salvini a Mattino 5.

«Do un preavviso di sfratto di sei mesi - ha insistito il segretario federale della Lega Nord - e preannuncio la ruspa. Nel frattempo i Rom, come tutti gli altri cittadini, si organizzano: comprano o affittano casa».



Un'idea poi ribadita all'"Aria che tira" su La7. «I rom devono avere gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini italiani. I campi rom non esistono in quasi nessuna parte d'Europa».



«Se uno fa una scelta di vita viaggiante, si spostano - spiega - ci sono campi che sono lì da venti, treni anni. In alcuni campi ho visto villette a due piani, solo perchè sono semimoventi non pagano l'Imu. Volete stare in Italia? E allora cari rom avete gli stessi diritti e doveri degli italiani». E poi, conclude, «a mio parere i campi rom sono un modello di segregazione, sfruttamento e isolamento».



La replica

«Questo verbo, 'radere', lo trovo abbastanza inquietante - ha replicato la presidente della Camera Laura Boldrini - Io ritengo che i campi non debbano essere mantenuti però se non ci sono i campi ci devono essere soluzioni abitative alternative. Siamo d'accordo sul fatto che non ci debbano essere i campi ma non che questo significa annientare chi vi abita ma far seguire una politica abitativa che sia come per tutti gli altri, ne più e ne meno». Peraltro, la Boldrini precisa che «una buona fetta dei 160 mila stimati rom e sinti che sono in Italia sono cittadini italiani, non vedo quindi perché si debba fare una discriminazione, in un senso o nell'altro. Pari opportunità per tutti».



La cosa inquietante, invece, secondo Matteo Salvini, «è che la Boldrini sia presidente della Camera». Durante una conferenza stampa Salvini ha osservato che la sua posizione è nota da tempo,

«chiedo diritti e doveri uguali per tutti».
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