Renzi, via alle consultazioni: no della Lega
governo pronto entro fine settimana

Renzi, via alle consultazioni: no della Lega governo pronto entro fine settimana
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Martedì 18 Febbraio 2014, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 08:09

Dopo il"no" di Sel e della Lega, con i Cinque Stelle spaccati sulla decisione di partecipare o meno agli incontri, si sono la mezza apertura di Gal e l'apertura di Alfano in seguito al lungo chiarimento avveniuto in serata con il premier incaricato Matteo Renzi. La "maratona-consultazioni", iniziata a metà mattinata e da concludersi mercoledì con Berlusconi e il Pd, è stata inframezzata da un primo "fuori onda": l'incontro tra il premier incaricato e l'esponente della minoranza del Pd, Gianni Cuperlo che chiede anticipazioni sul programma.

Per ora, i "renziani" professano ottimismo: tutto procede come deve.

Giovedì ci sarà la stretta sulla squadra di governo e, assicura il braccio destro del premier incaricato, Graziano Delrio, il governo sarà pronto «entro la settimana». Nichi Vendola ribadisce: Sel è «indisponibile a contribuire ad governo di larghe intese». Matteo Salvini invece chiarisce: è andato a sentire i programmi di Renzi ma resterà «dall'altra parte della barricata».

Il Nuovo centrodestra, invece, tratta. Seguendo il suo filo conduttore: questo è un governo di coalizione; non un monocolore Pd. «E' la stessa maggioranza che ha sostenuto Letta» sottolinea Angelino Alfano che tira un sospiro di sollievo dopo il No di Sel. «Il primo scoglio è superato» esulta, prima di mettere i suoi paletti: niente patrimoniale e niente giustizialisti alla Giustizia. Alfano chiede e incassa anche un confronto di maggioranza sui programmi, prima di dare il via alla fiducia. Anche se, dopo il confronto di questa sera, sembra che si stiano facendo passi avanti. Un dato di fatto confermato anche dalle parole di Maurizio Lupi: «Si chiude sabato o domenica». Un aiuto potrebbe arrivare a Renzi anche da Gal che non teme di andare divisa al voto di fiducia considerato che «all'interno» del partito c'è una certa «dialettica».

I Cinque Stelle invece attaccano: Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non vogliono neppure incontrarlo Renzi. Sul blog lo descrivono come "Arlecchino servo di due padroni", e cioè di De Benedetti e Berlusconi. Poi danno la linea sulle consultazioni: non si devono fare ma, visto che l'assemblea dei parlamentari è divisa in merito, saranno gli iscritti al Movimento a scegliere. Renzi, per ora, non li ha neppure inseriti nell'agenda degli incontri, in attesa che sciolgano la riserva. Dalla rete, tuttavia, sono molte le indicazioni a replicare lo streaming inaugurato con Pierluigi Bersani. Se dovessero andare, in ogni caso, ad andare sarebbero i capigruppo con il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.

Le altre delegazioni. La delegazione di Centro Democratico è la prima a incontrare il presidente del Consiglio incaricato nella sala del Cavaliere a Montecitorio. Ci sono Bruno Tabacci, Pino Pisicchio e Nello Formisano: «È l'ultima carta, gli auguriamo successo» dicono uscendo. Poi c'è la delegazione del Maie, gli italiani all'estero, guidati da Franco Bruno, l'Api e poi ancora la Minoranza linguistica della Val d'Aosta che ha apprezzato il «decisionismo e l'ascolto» mostrato da Renzi. Verso le 11 è il turno di Riccardo Nencini e Marco Di Lello (Psi-Pli). Chiedono «un cronoprogramma e di conoscere con certezza la maggioranza che sosterrà il governo». Renzi vede anche i Fratelli d'Italia che ribadiscono la loro contrarietà alla 'staffettà ma promettono «un'opposizione responsabile». Quando è il turno di Gal entrano Mario Ferrara e Antonio Scavone. Grandi Autonomie «ha al suo interno una certa dialettica, sarà sviluppata una volta letto il programma» preannunciano. La mattina si chiude poi con l'incontro di Renzi con i Popolari che dettano al premier incaricato «precise condizioni» per dire Sì e partecipare all'esecutivo: un'orizzonte di legislatura e una legge elettorale e riforme «per superare il bicameralismo». La riserva non sarebbe quindi sciolta: i «gruppi parlamentari Per L'Italia si sono riservati di definire la propria posizione finale» dicono. Disponibilità ampia arriva invece da Sc: il segretario Stefania Giannini parla di «partecipazione convinta in prima linea, condividendo tutte le responsabilità», anche di governo. «Non abbiamo chiesto poltrone ma il rafforzamento dell'autonomia e in questa ottica siamo disposti a assumerci più responsabilità» annuncia invece Karl Zeller alla guida della delegazione della Svp-Patt. La riforma del Titolo V, insomma, salverà le province autonome.

L'apertura di Alfano: Sel non c'è, primo ostacolo superato. «No ad un governo di sinistra o di centro sinistra - ha detto in serata il leader di Ncd, Angelino Alfano, al termine dell'incontro con il premier incaricato, Matteo Renzi - Noi vogliamo che nasca con la stessa maggioranza che ha sostenuto il governo di Enrico Letta: se si allarga a sinistra per noi non va bene. E' emerso chiaramente che Vendola non c'e, il primo scoglio è superato».

«Sì di Ncd solo se non c'è la patrimoniale.» «Mai la patrimoniale - ha detto Alfano - Se si ha in mente di fare la patrimoniale, il Nuovo centrodestra non è disponibile».

«Fisco, lavoro e giustizia i nostri obiettivi». «Noi vogliamo realizzare il governo più riformatore, più rivoluzionario della storia recente perché abbiamo un desiderio grande - ha detto Alfano - In questi 70 minuti abbiamo lavorato per realizzare i capitoli più importanti della rivoluzione liberale che in passato il centrodestra ha promesso ma non realizzato: fisco, lavoro, giustizia».

«Noi staremo al governo se la voce del centrodestra sarà alta, chiara, forte e riconoscibile dentro il programma - ha detto Alfano - Di certo c'è che abbiamo ottenuto che, concluse le consultazioni, quando saranno chiare le forze, queste forze si riuniscano domani pomeriggio per vedere se c'è compatibilità tra i programmi. Se c'è, si può immaginare di fare un governo».

«Più si smonta la Fornero meglio è per l'Italia - ha deto il leader Ncd - Questa è la linea che abbiamo rappresentato con la nostra proposta per il mercato del lavoro oltre ad un piano di semplificazione burocratica e fiscale».

«Alla Giustizia vogliamo un garantista - dice Alfano - Non potremmo far parte di un governo che mette un giustizialista alla Giustizia. Sull'economia è chiaro che, essendo il cuore della proposta di Ncd tendente a superare la crisi economica, vogliamo qualcuno non in dissenso con le nostre proposte e chiederemo di suggerire nomi compatibili con le nostre proposte».

«Non abbiamo paura di nessuno sbarramento - dice Alfano - Noi supereremo agevolmente quelli previsti, non c'è nemmeno la necessità di stare in coalizione. Quello che si capirà con grande chiarezza è che c'è un centrodestra per il futuro in grado di realizzare quello che il centrodestra del passato non ha realizzato».

Il calendario delle consultazioni di mercoledì.

Ore 10 - Forza Italia

Ore 12 - Partito Democratico

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