Tasse, per salvare la prima casa aumento sugli altri immobili

Tasse, per salvare la prima casa aumento sugli altri immobili
di Luca Cifoni
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Venerdì 15 Novembre 2013, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 12:35
ROMA - Alla fine, la soluzione del rebus potrebbe essere un mini aumento della Tasi spalmato su tutti gli immobili, per non toccare pi di tanto l’abitazione principale. La casa resta il tema forse più caldo della legge di stabilità in discussione al Senato: ieri le posizioni dei partiti si sono in parte avvicinate ma i nodi da sciogliere restano ancora parecchi, e non sono solo di natura strettamente tecnica.



Qualche progresso è stato fatto su un altro dossier delicato, quello relativo alle cartelle esattoriali che il centro-destra avrebbe voluto rottamare con una sorta di sanatoria: dal governo è arrivata invece un’indicazione in favore di ulteriori sconti sulle sanzioni (dopo gli interventi già fatti su Equitalia) che però permettano allo Stato di incassare comunque il 100 per cento del tributo dovuto, insomma senza condoni. Oggi in commissione Bilancio dovrebbero iniziare le votazioni, dopo che la scrematura degli emendamenti ha portato a dichiararne inammissibili circa un terzo su 3.000. Sulla tassazione degli immobili la prima scelta da fare è se mantenere l’impianto disegnato dal governo, che prevedeva un tributo (Trise) articolato realtà in due diverse tasse. Il Pdl preme invece per l’idea di un tributo unico comunale (Tuc, comprensivo anche dell’Irpef sulle abitazioni sfitte) e soprattutto sul principio che il gettito complessivo del 2014 si mantenga ai livelli di quest’anno, in cui non si paga l’Imu sulle abitazioni principali. Ieri il relatore del Pd Giorgio Santini ha in qualche modo avallato il salvataggio del Trise, ma il suo collega del Pdl Antonio D’Alì si è espresso in termini molto più cauti.



LE RICHIESTE DEI SINDACI

Sullo sfondo ci sono i Comuni che vogliono dal governo centrale più risorse, per fronteggiare il venir meno dell’Imu sulle prime case e garantire detrazioni per le case di minor pregio e i contribuenti in difficoltà. La richiesta è di almeno un miliardo e mezzo, ma chiaramente l’esecutivo è in difficoltà su questo punto. Dovrebbero essere allora riviste le aliquote della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili: relativamente all’abitazione principale per il 2014 è previsto un tetto al 2,5 per mille, che potrebbe essere portato al 3. Ma questa scelta risulterebbe probabilmente indigesta per il Pdl. È possibile allora che si decida di agire solo sull’altra leva, quell’1 per mille di aliquota base, quindi minima, per tutti gli immobili: salendo all’1,5 garantirebbe introiti aggiuntivi piuttosto sostanziosi ma suddivisi su una platea molto più vasta. Ma mentre si cerca la soluzione relativa all’assetto futuro, il governo deve ancora risolvere il nodo della tassazione di quest’anno, attuando la promessa già fatta di cancellare anche la seconda rata dell’Imu per le abitazioni principali e forse per fabbricati e terreni agricoli. Il costo dell’operazione è lievitato da 2,4 a 2,9 miliardi a causa dei circa 500 milioni di aumenti di aliquota decisi da alcuni Comuni (in particolare grandi, come Milano e Napoli) quando già era nota la scelta di cancellare il prelievo. Il ministero dell’Economia ha problemi a reperire questa somma aggiuntiva, e potrebbe decidere alla fine di restituire alle municipalità interessate solo gli introiti corrispondenti all’Imu 2012, aprendo quindi una potenziale voragine nei loro bilanci.



LA SOLUZIONE PER LE SPIAGGE

Sul tema spiagge, dopo il ritiro da parte del Pd degli emendamenti che ipotizzavano una cessione delle strutture che si trovano attualmente in area demaniale, si fa strada l’ipotesi di una norma di principio che rinvii a successivi provvedimenti. Un altro nodo su cui si lavora è la sanità, che potrebbe fornire una parte delle coperture aggiuntive richieste attraverso l’applicazione dei costi standard. A questo proposito D’Alì ha proposto di rivoluzionare l’attuale sistema passando ad un sistema sanitario articolato su poche macro-Regioni. Proprio ieri Regioni ed autonomie locali hanno espresso un parere favorevole alla legge, ponendo però alcune condizioni. Se le richieste dei Comuni sono soprattutto quelle che riguardano la tassazione degli immobili, per le Regioni le criticità che restano riguardano in particolare il finanziamento per il 2014 della cassa integrazione in deroga la non autosufficienza e il trasporto pubblico locale, tutte voci sulle quali si richiede un impegno finanzario maggiore.
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