Manovra, via libera del Consiglio dei ministri: 1,6 miliardi da dismissioni e tagli alla spesa

Il ministro Saccomanni
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Mercoledì 9 Ottobre 2013, 20:57 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 16:35

ROMA - Il deficit torna sotto il 3% grazie alla 'manovrina' approvata dal consiglio dei ministri. Servivano 1,6 miliardi di euro e sono arrivati con i tagli ai ministeri e ai trasferimenti agli enti locali (1,1 miliardi) e la vendita di immobili del Demanio e dello Stato a Cdp (500 milioni). Nessun aumento delle accise sulla benzina: erano notizie «non corrette». Arrivano i soldi per il fondo immigrazione e per i minori stranieri ma saltano i 330 milioni di euro per rifinanziare la cassa integrazione.

È il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, alla fine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, a illustrare la manovra correttiva per riportare il disavanzo 2013 nei giusti limiti.

Il dossier sulla cassa integrazione non è però archiviato e dovrebbe essere affrontato in un decreto collegato alla legge di Stabilità, che arriverà la prossima settimana. «In quell'occasione c'è la possibilità di fare un decreto parallelo in cui possono essere affrontate questioni» che sono rimaste oggi aperte, come appunto la cig.

Saccomanni sta per volare verso due importanti appuntamenti internazionali: domani sarà a Washington per la riunione al Fondo Monetario Internazionale, lunedì invece sarà a Lussemburgo per l'Ecofin. L'importante era dunque poter presentarsi ai partner con i conti nuovamente a posto. Una maggiore coesione nella maggioranza avrebbe ulteriormente dato una mano: «Senza l'instabilità politica - ha fatto sapere Saccomanni - lo spread sarebbe stato più basso».

I nodi aperti, se pur delicati come quello della cassa integrazione, saranno affrontati a partire dalla prossima settimana. Confermati invece i 210 milioni per l'emergenza profughi, tra i 190 milioni del fondo immigrazione e i 20 mln da destinare specificatamente ai minori stranieri non accompagnati. Niente stangata sulla benzina, confermati invece le riduzioni di spesa pubblica. «I tagli alla spesa sono tagli sulle spese rimodulabili e ancora oggetto di discrezionalità dei singoli ministeri - ha spiegato il ministro dell'Economia - con l'esclusione di ministeri come la ricerca, l'istruzione e la sanità, in forma più o meno lineare».

Per gli immobili entra invece in campo Cdp, come ventilato nelle scorse settimane. Al Consiglio dei ministri non si è parlato invece della 'golden power' e di Alitalia, mentre un primo giro di tavolo è stato fatto sulla legge di stabilità ed «è condivisa da tutti l'idea di dare un segnale significativo sul cuneo fiscale e sulle buste paga dei lavoratori». Sciolto dunque il 'giallo' benzina. Nella bozza del decreto, circolata in mattinata, figurava, un sostanzioso aumento delle accise. Ma il governo aveva fatto subito sapere che le risorse sarebbero state recuperate in altro modo. «In Consiglio dei ministri ci sarà il provvedimento per il rientro del 3% e alcune misure urgentissime per l'emergenza immigrazione e sbarchi. Nessuno aumento di accisa o altre tasse», aveva fatto sapere il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. E anche del Tesoro era arrivato subito il chiarimento che non ci sarebbe stato l'aumento delle accise tra le coperture.

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