Riforme, maggioranza mai così larga al Senato. «Superato l'ostacolo più duro»

Riforme, maggioranza mai così larga al Senato. «Superato l'ostacolo più duro»
di Marco Conti
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Venerdì 2 Ottobre 2015, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 10:45
Il merito per l'iter veloce sarà pure della regola del ”canguro”, ma sul podio più alto va quel sorprendente numero di senatori che alla fine votano la riformulazione dell'articolo 1 della riforma costituzionale. Una maggioranza bulgara, molto più ampia delle attese, e che alla prima occasione ha fatto salire l'asticella della maggioranza pro-ddl Boschi sino a 177.



GRIDA

Più di tre volte i ”no” che si fermano a 57. Il bis si sarebbe ripetuto di lì a poco se non fosse che cinque senatori super-affamati alle due del pomeriggio erano già ”attovagliati” al ristorante di palazzo Madama. E così il pallottoliere, gestito dal presidente Grasso, scende a 172 favorevoli. Ma la musica non cambia e il percorso della riforma costituzionale sembra proprio in discesa soffocando le grida della senatrice De Petris (Sel) e le richieste di perizia calligrafica del collega Calderoli (Lega).



Quando poi, nel pomeriggio, il presidente del Senato riduce il numero dei voti segreti, a palazzo Chigi ci si dà di pacche sulle spalle mentre Matteo Renzi, che considera «superato il passaggio più difficile», decide di occuparsi d'altro e si chiude con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a discutere di legge di stabilità.



Oltre alla maggioranza di governo e alla pattuglia di verdiniani del gruppo Ala, si sommano alcuni dei senatori del gruppo Gal ed ex pentastellati. Un numero, 177, che supera di otto quello che nel febbraio dello scorso anno diede la fiducia al governo-Renzi senza contare che dentro quel numero c'erano anche i quattro irriducibili senatori della sinistra Pd (Casson, Mineo, Chiti e Tocci) che ieri hanno votato contro. Un numero che oggi va alla prova di tre voti segreti e che potrebbe anche crescere visti i maldipancia dentro Forza Italia.



ERRORE

Malgrado Renzi non abbia nessuna intenzione di trasformare la maggioranza sulle riforme in maggioranza di governo, non c'è dubbio che un risultato del genere legittima le riforme costituzionali facendole uscire dal recinto dei partiti di governo. Un risultato che consolida la leadership del Rottamatore anche in vista della trattativa con Bruxelles sulla legge di Stabilità visto che sia Renzi che Padoan hanno più volte sottolineato che anche le riforme costituzionali, e non solo quelle economiche, hanno un peso nella trattativa con l'Europa.



Se i voti segreti di oggi confermeranno - come tutto lascia pensare - il sostanziale allargamento della maggioranza il percorso della riforma costituzionale sarà in discesa così come il referendum confermativo che Renzi vuole per la primavera prossima. L'errore più grosso degli oppositori della riforma Boschi è stato infatti quello di aver trasformato la battaglia in uno scontro procedurale e di interpretazione di regolamenti parlamentari. Ieri sera il bersaniano Chiti ha attribuito la responsabilità a Calderoli e alla sua valanga di emendamenti, ma l'assenza di un dibattito a palazzo Madama sui contenuti della riforma rischia di pesare anche in vista del referendum. A primavera i ”nemici” della riforma dovranno organizzare dei comitati per il ”no” e il risultato dello scontro in atto - tutto regolamenti e poco contenuti - sarà in grado di generare un fronte quantomeno inusuale composto da Sel, Lega, M5S e FI. Ovvero troveremo seduti agli stessi banchetti Vendola, Salvini, Grillo, Berlusconi e, probabilmente, la sinistra del Pd. Potenza del bipolarismo!