M5s, Grillo attacca dal blog «I servizietti del Tg1»: raffica di reazioni a difesa della giornalista

M5s, Grillo attacca dal blog «I servizietti del Tg1»: raffica di reazioni a difesa della giornalista
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Sabato 23 Agosto 2014, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 17:44
Siamo stanchi di assistere all'ennesimo servizio fazioso del Tg1. Ieri sera a fare disinformazione stata la giornalista Claudia Mazzola. E' quanto si legge in un post di Rocco Casalino, responsabile della comunicazione del M5S al Senato, pubblicato sul blog di Beppe Grillo con il titolo "I servizietti del Tg1", che si apre con una foto della giornalista. «Nel suo servizio - si legge - dedica 15 secondi al videomessaggio di Beppe Grillo, riportando solo le parole rivolte a Renzi e oscurando completamente la parte importante del videomessaggio, quella in cui Grillo parla della crisi economica e dello stato drammatico del nostro Paese, temi evidentemente scomodi per la propaganda del governo e che è meglio tenere nascosti agli italiani».



«Il resto del servizio, invece, ruota tutto su una meschina bugia - prosegue Casalino - costruita ad arte per infangare il MoVimento 5 Stelle sostenendo che Di Battista sia a favore dei terroristi. E per rafforzare la menzogna, si dà largo spazio alle dichiarazioni altrettanto false e bugiarde dei vari politici di turno. La vera vergogna è una tv pubblica che non è più in grado di raccontare la realtà, ma che sa solo deformarla e fare disinformazione».



L'attacco del blog ha provocato una serie di reazioni in difesa della giornalista del Tg1. «Il solo giornalista bravo è il giornalista servo, scodinzolante - scrive Enzo Iacopino presidente dell'Ordine dei Giornalisti - pronto ad applaudire un leader che fa dell'insulto e della demonizzazione di chiunque altro il suo credo quotidiano. Non tutti hanno la forza dell'ironia di Giuliano Ferrara che non solo replica con un »me ne frego«, ma fotografa la politica di Beppe Grillo ribattezzandolo Gribbels». «L'attacco alla collega del Tg1, Claudia Mazzola, va oltre il tentativo di intimidazione. In un clima esasperato dalla stupidità che impedisce di ammettere di aver detto una sciocchezza sui terroristi islamici, si arriva a ipotizzare un collegamento tra la legittima indignazione e la barbara uccisione del collega James Foley e, ora, si tenta di demonizzare una collega che, con tutto il Tg1, fa una cronaca doverosa di quanto accade», conclude.



«Ancora una volta il Movimento Cinque Stelle ha fatto quello che nessuna forza politica dovrebbe mai fare. Mettere all'indice, nel blog di Beppe Grillo, con nome, cognome e addirittura immagine, una collega che ha fatto onestamente il suo mestiere di cronista. È una pratica che il Cdr del Tg1 e il segretario dell'Usigrai condannano e respingono categoricamente». Lo affermano, in una nota congiunta, appunto iol Cdr del Tg1 e il segretario dell'Usigrai.



«Non è certo la prima volta che Grillo attacca il Tg1 e i suoi giornalisti, in particolare Claudia Mazzola - dice all'Ansa il direttore Mario Orfeo - Le frasi del blog si commentano da sole. Per noi solo lo sprone a continuare a fare un'informazione libera e indipendente come abbiamo sempre fatto e di cui Claudia Mazzola è una delle nostre migliori interpreti».




«Quelli del Movimento 5 Stelle nei confronti del Tg1 sono attacchi squadristi, degni di un atteggiamento antidemocratico, offensivo e denigratorio. Grillo sogna il pensiero unico in Italia, con tv e giornali pronti solo a legittimare e ad amplificare le idee strampalate del suo Movimento». Lo afferma l'europarlamentare Pd Andrea Cozzolino.



La deputata Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia osserva: «La campagna di persecuzione mediatica da parte di Beppe Grillo e dei suoi servitori nei confronti dei giornalisti non devoti al Movimento 5 Stelle prosegue in maniera sempre più violenta ed è l'ennesima dimostrazione della natura immatura e antidemocratica di un movimento che da un lato trova giustificazioni ai terroristi islamici e dall'altro costruisce tribunali e pulpiti da cui emettere ogni giorno una fatwa contro la stampa non allineata».
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