Il governo Letta incassa la fiducia: programma di riforme per il 2014

Enrico Letta
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Mercoledì 11 Dicembre 2013, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 07:46
Dopo quella della Camera il premier Enrico Letta incassa la fiducia anche al Senato con 173 s, 127 no e zero astenuti. Dopo il voto a Montecitorio il presidente del Consiglio ha annunciato un patto per il 2014, ribadendo che l'economia tornerà a crescere il prossimo anno e che ci sarà lo stop al finanziamento ai partiti anche per decreto. Bagarre in Aula quando il premier ha criticato Beppe Grillo per l'incitamento alla violenza e gli attacchi a giornalisti e parlamentari.



La Camera ha concesso la fiducia al governo con 379 voti favorevoli, 212 contrari e 2 astenuti. In serata il voto di fiducia al Senato.



«Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio» aveva detto Letta in mattinata nel suo discorso alla Camera per le comunicazioni sulla «situazione politica generale». In Aula governo al gran completo, con Letta seduto tra i ministri Angelino Alfano ed Enrico Giovannini.



«Non farò cadere il Paese nel caos». «Ho la determinazione a lottare con tutto me stesso per evitare di rigettare nel caos tutto il Paese proprio quando sta rialzandosi: l'Italia è pronta a ripartire ed è nostro obbligo generazionale aiutare a farlo - ha detto il premier - Il 2 ottobre a dispetto del voto finale mi sono rivolto a una nuova maggioranza politica, meno larga ma più coesa negli intenti. Oggi ciò che chiedo è di confermare quella fiducia per segnare anche una discontinuità e segnare bene un prima e un dopo».



«Rivendico la positività del governo nei primi sei mesi - ha detto Letta - nei quali ho lavorato con con dedizione nonostante aut aut e minacce da cui ho cercato di tenere il governo al riparo. Un governo che dalla contrapposizione tossica tra nemici passa alla collaborazione sana tra avversari per archiviare un ventennio sprecato».



Patto per il 2014. «La trasformazione politica in questi ultimi sette mesi è la più radicale di tutta la II Repubblica - ha detto il premier - C'è un prima e un dopo e poi una storia da scrivere. Lo può e lo deve fare il Parlamento pena la condanna alla paralisi. Oggi la coalizione è diversa ma più coesa e nelle prossime settimane proporrò un patto di governo il 2014. La discussione all'interno della maggioranza servirà a declinare in modo più definito i punti del programma ma gli approfondimenti in maggioranza non rimetteranno in discussione i punti cardinali del lavoro per il 2014, su cui oggi vi chiedo la fiducia. Il grande obiettivo entro il quadro tempistico dei 18 mesi è di avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte e più solida».



Le riforme. Enrico Letta ha ribadito che nel programma del governo c'è l'abolizione delle province, facendo un riferimento alla messa a punto del titolo V della Costituzione. «Sulla legge elettorale sottolineo due aspetti: deve evitare l'eccesso di frazionamento che ci condannerebbe all'ingovernabilità e garantire una democrazia dell'alternanza. L'obiettivo è un meccanismo maggioritario». Letta chiede anche di ricreare «un legame tra elettori ed eletti. Troppo tempo è passato dalle proposte fatte dal governo sull'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e perciò confermo la volontà di completare definitivamente questo percorso entro l'anno con tutti gli strumenti a disposizione».



L'economia. «Il 2014 sarà il primo anno con il segno più dopo il buio della crisi. Un risultato non scontato» che ci farà incassare il dividendo della stabilità - ha detto il premier - Nel 2014 completeremo riforma degli ammortizzatori sociali, in un clima di dialogo sociale, andando verso un sistema che privilegi il lavoratore rispetto al posto di lavoro». Enrico Letta indica poi una crescita del 2% nel 2015 e rimarca la necessità di misure strutturali a sostegno della crescita a partire da un uso più razionale dei fondi Ue e dall'eliminazione di quei "colli di bottiglia" che frenano le piccole e medie imprese. «Bisogna creare un clima favorevole agli investimenti - dice - sburocratizzando, semplificando e riformando anche la giustizia civile. Il nostro debito pubblico è colossale e lo stiamo aggredendo. È importante perchè ce lo chiede l'Ue? Lo aggrediamo perché ci costa troppo, nel rapporto tra debito e Pil paghiamo 90 miliardi di euro in interessi, soldi buttati. Per la riduzione del costo del lavoro abbiamo cominciato con la legge di stabilità e qui alla Camera abbiamo deciso l'automatismo per cui i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall'estero vanno nella riduzione del costo del lavoro e lo inseriremo dopo il confronto con le parti sociali», continua. «Oggi più che mai l'Italia ha bisogno di competenza e passione, di valori e sensazioni di squadra. Serve fatica per riuscire, di giocatori che si fidano gli uni degli altri. Poche parole e buoni esempi», continua Letta per cui «ora non ci sono più alibi e si deve giocare all'attacco: non permetteremo che l'Italia sprofondi di nuovo».



I Forconi e la bagarre con M5S. «Questo Parlamento repubblicano e le istituzioni esigono rispetto in periodi così amari
» - afferma Letta riferendosi indirettamente alle affermazioni di Grillo sulla vicenda dei "forconi". Il premier ribadisce anche la «fedeltà indiscussa» ai valori repubblicani delle forze dell'ordine. «Le istituzioni - sottolinea - esigono sempre rispetto e a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime di chi avalla la violenza, mette all'indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa e arriva ad incitare all'insubordinazione le forze dell'ordine». «Pensavo che le accuse di Grillo ai giornalisti Oppo e Merlo fosse una gaffe e immaginavo che si finisse ed invece vedo, collega Nuti, che lei ha rilanciato che o i giornalisti scrivono le cose che vi piacciono o vengono messi alla gogna. È inaccettabile», ha aggiunto poi premier Enrico Letta accolto in Aula dalle proteste dei deputati M5S. «Che cosa dovrei fare io - sostiene Letta in risposta all'intervento del deputato del M5s Riccardo Nuti - che ogni mattina leggo sui giornali le cose più strampalate, incredibili, scorrette e ingiuste dal mio punto di vista ma, caro collega Nuti, è il mio punto di vista e c'è una differenza di fondo perchè se lei ritiene che un giornalista leda le regole delle nostre istituzioni può rivolgersi alla magistratura, tutto il resto fa parte del normale dibattito politico e democratico». «Letta mente agli italiani e offende M5S», scrive Beppe Grillo sulla sua pagina Fb dove posta anche una foto di Enrico Letta allo specchio con il naso di Pinocchio.



«Combatterò come un leone». «Qui abbiamo citato non promesse generiche ma tutte queste misure hanno senso se oggi con la fiducia il nuovo inizio ci permetta di lasciare alle spalle litigi, discussioni e stop and go inutili. Dobbiamo applicare di corsa le misure e io tutto farò tranne arrendermi alla tentazione di chi dice il caos è troppo meglio lasciare. Io credo che ce la faremo e combatterò come un leone». Così il premier Enrico Letta chiudendo il discorso di replica alla Camera prima del voto di fiducia.
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