Ecco cosa prevede l'Italicum

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Giovedì 23 Gennaio 2014, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 15:31
Ecco cosa prevede l'Italicum



Premio al 18%: chi vince

arriva a 340 deputati


Il testo presentato ieri sera in commissione Affari costituzionali della Camera prevede, in caso di vittoria al primo turno, un premio di maggioranza del 18% a chi ottiene «almeno il 35% di voti validi del totale nazionale». Un premio che consente al vincitore del primo turno di ottenere un totale che non può superare i 340 seggi alla Camera. Alla lista o coalizione di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti al turno di ballottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 327 seggi. I restanti 290 seggi vengono assegnati in modo proporzionale.



Secondo turno

senza apparentamenti


In caso di ballottaggio - dunque se nessun partito o nessuna coalizione ha raggiunto il 35 per conti dei voti - fra il primo turno di votazione e il ballottaggio non sono consentiti ulteriori apparentamenti tra liste o coalizioni di liste presentate al primo turno, con le due liste o coalizioni di liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo. È quanto si legge nel testo base della legge elettorale depositato ieri in commissione Affari Costituzionali della Camera. Il proposito del legislatore è quella di impedire trasformismi tra un turno e l’altro di votazione.



Tutte le soglie per le liste

e le coalizioni


Sono tre le soglie di sbarramento previste nel testo base sulla riforma elettorale. Le coalizioni dovranno superare la soglia del 12 per cento dei voti per avere diritto all’assegnazione dei seggi parlamentari. Ma è prevista anche una soglia interna del 5 per cento per ogni singolo partito aderente alla coalizione. Più alto lo sbarramento, invece, per i partiti che decidono di correre da soli: l'8 per cento su base nazionale. Questo sbarramento è penalizzante per la Lega che ha un bacino elettorale esiguo su scala nazionale, ma una forte presenza al Nord.



Impossibile candidarsi

in più circoscrizioni


Nessun candidato, si legge nel disegno di legge dell’Italicum, può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale. La norma in questione attua un principio stabilito dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza che ha bocciato il Porcellum. Il Nuovo centrodestra ha provato con forza a ottenere una deroga a questa disposizione, avendo bisogno di schierare in più collegi i suoi nomi più forti. La Consulta, con la sua sentenza, però non ha lasciato margini.



Obbligatoria la presenza

del 50% di donne


A pena di inammissibilità, recita ancora il disegno di legge depositato ieri sera alla Camera, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento, con arrotondamento all'unità superiore. Nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere. Se le candidature femminili non sono capolista, c’è il concreto rischio che vista l’esiguità dei collegi passi un solo candidato di genere maschile.



Ogni collegio elegge

da 3 a 6 parlamentari


In ogni collegio plurinominale «è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei» e ciascuna lista non può essere formata da un numero di candidati superiore ai seggi assegnati. Al limite massimo di sei seggi assegnati in ciascun collegio saranno possibili eccezioni. In ciascun collegio plurinominale, in base al testo base della legge, «è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti derivanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale».