Per questo se da un lato Gianni Cuperlo conviene sul fatto che la riforma è una priorità, dall'altro c'è chi, dall'area bersaniana in particolare, accusa il deputato di volersi auto-promuovere. In serata scende in campo Dario Franceschini con una sua proposta che però - sottolinea - non impegna il governo: «Se il Parlamento in un arco di tempo ragionevole non riuscisse ad andare avanti allora sono per una iniziativa del governo in modo che non si vada a votare con il porcellum».
«Giachetti - attacca Alfredo D'Attorre - è interessato a farsi pubblicità più che a trovare davvero il modo di superare il Porcellum». Non inizi uno sciopero - è il monito del senatore lettiano Francesco Russo - «che potrebbe creare confusione tra gli elettori». E ancora: «agitare bandierine - dice la presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Anna Finocchiaro - senza misurarsi con la necessità di approvare una legge che sia condivisa il più possibile è un esercizio sterile».
A onor del vero, renziani a parte, Giachetti raccoglie sostegno più al di fuori del suo partito. Al 'no porcellum day' aderisce il leader di Sel Nichi Vendola. «Basta meline! Giachetti non va lasciato solo», dice il senatore Pierpaolo Vargiu, esponente dei riformatori sardi eletto nelle liste di Scelta Civica. E «massimo sostegno» all'iniziativa del vice presidente della Camera arriva anche dai radicali. Giachetti fa sapere che proseguirà il suo sciopero finchè il Senato non approverà una riforma. La modifica del sistema di voto, in effetti, è incardinata a Palazzo Madama. Domani l'argomento è all'ordine del giorno della commissione Affari Costituzionali e il tentativo è quello di predisporre una griglia dei possibili punti di convergenza tra i partiti. A questo stanno lavorando i due relatori, Donato Bruno (Pdl) e Doris Lo Moro (Pd) che, domani, prima della riunione della commissione si vedranno per un confronto. Tra i punti che potrebbero essere messi sul piatto - secondo quanto viene riferito - ci sarebbero, tra gli altri, la diminuzione dell'ampiezza delle circoscrizioni; una soglia di sbarramento tra il 4 e il 5%; una soglia del 40% per il premio che se non venisse superata da nessuno potrebbe portare a un ballottaggio di coalizione. L'obiettivo - mentre domani scade il termine per la consultazione pubblica promossa dal governo sulle riforme - è quello di arrivare a intervenire prima della Corte Costituzionale. «Da Presidente di commissione - ribadisce Anna Finocchiaro - da senatrice e da dirigente politico farò tutto quello che è nelle mie possibilità per arrivare ad un testo di riforma prima che la Consulta si pronunci perchè penso che questa sia materia del Parlamento e delle forze politiche».
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