La Lega trionfa in Emilia, ora Salvini sfida Renzi e punta a Roma

La Lega trionfa in Emilia, ora Salvini sfida Renzi e punta a Roma
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Lunedì 24 Novembre 2014, 21:51 - Ultimo aggiornamento: 21:52
​Dopo Bologna, Roma. Matteo Salvini è intenzionato a trasformare il peso del successo elettorale della Lega Nord in Emilia Romagna, che lui già definisce «storico», nel punto di equilibrio di una nuova coalizione di centrodestra che possa competere alla pari, alle prossime elezioni politiche, con il Pd di Matteo Renzi.

E al premier consiglia, quasi con tono da sfidante diretto, di «preoccuparsi, perchè le promesse iniziano ad avere le gambe molto corte». Per Salvini il voto potrebbe arrivare già in primavera e la Lega a quel punto sarebbe impegnata anche al Centro e al Sud, come era nella sua testa sin dalla campagna per le Europee. «Da oggi ci sentiamo parte di un progetto che non guarda solo al Nord ma tutta l'Italia», è la via su cui si sente impegnato Salvini, che dopo aver letto i risultati delle regionali ha commentato che «l'alternativa a Renzi c'è» e ruota appunto intorno a quel 19,42% di consensi raccolti dal suo movimento in Emilia Romagna.



Più del doppio della percentuale di Forza Italia. «Di voti alla Lega - ha aggiunto Roberto Maroni - ne sono passati tantissimi anche dal Pd, non solo da FI e M5S. Ci candidiamo a essere il punto di riferimento della coalizione». Salvini si è gustato una giornata di euforia. La campagna in Emilia Romagna con il candidato Alan Fabbri (29,85%), leghista sostenuto da FI e Fdi, è stata plasmata a sua immagine. Un tour di tre settimane da mattatore fra centro e periferia, mischiando visite ai campi rom (con scontro choc a Bologna) a irrefrenabili incursioni in tv e su Facebook.



Ora però il segretario della Lega è chiamato a gestire il risultato e a dare uno sbocco a quel voto di protesta - no immigrazione clandestina, basta Euro e lavoro prima agli italiani - che lo sta sospingendo e che, in fondo, sta cambiando la vecchia Lega di Bossi in qualcosa di più 'liquidò, nel successo e nei rischi. Lo schema di Salvini dovrà trovare sponde anche nel resto del centrodestra, ovviamente. Ad Angelino Alfano ha ribadito di non essere «sfiorato neanche lontanamente» dall'idea di allearsi con lui. A Silvio Berlusconi lancia messaggi distensivi. «Speriamo che il dibattito dentro FI si chiuda rapidamente», ha detto il segretario della Lega. «Ma se vuoi fare l'alternativa a Renzi - ha subito aggiunto parlando del Patto del Nazareno - non puoi soccorrerlo...».



Quindi, ecco l'offerta, un programma in pochi punti che passi dai principi di «autonomia e identità» per dare lavoro e sicurezza, in una parola «giustizia sociale», agli italiani, partendo da una flat tax del 15%.
Si vedrà. E che cosa risponde a chi lo dipinge già erede di Berlusconi, «l'altro Matteo» da opporre a quello che sta a Palazzo Chigi? «Il leader del centrodestra - risposta di Salvini - lo sceglieranno gli italiani nelle piazze, sottoscrivendo un programma, non lo si decide in una stanza. È pieno di nomi più spendibili del mio, se poi resta solo il mio...».
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