Lega, sabato la manifestazione a Roma: prova del nove per Salvini

Lega, sabato la manifestazione a Roma: prova del nove per Salvini
di Renato Pezzini
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Lunedì 23 Febbraio 2015, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 12:38
​Matteo Salvini dice di non avere neppure un minuto di tempo per pensare alle baruffe venete fra Luca Zaia e Flavio Tosi: «Devo pensare alla manifestazione di sabato. Il resto verrà dopo». Annunciata due mesi fa, organizzata nei dettagli, propagandata in ogni dove – sud e isole comprese – l’adunata leghista di sabato 28 febbraio a Roma è una sorta di prova del nove per le mire espansionistiche del nuovo Carroccio, intenzionato a uscire dai confini del nord padano e provare nuove avventure nel Meridione una volta tanto detestato.



«Renzi a casa» è lo slogan semplice semplice – e assai ambizioso – con cui il segretario leghista convoca i militanti nella Capitale. Appuntamento in piazza del Popolo a partire dalle 15 di sabato. Con previsioni entusiastiche: «Potremmo anche essere un milione». Esagerazioni, ovvio. Però i treni prenotati sono quattro e i pullman noleggiati per la bisogna più di duecento. Vuol dire che almeno in ventimila hanno già deciso di partire. E, quel che più conta, molti dei torpedoni si muoveranno dal sud: sette dalla Sicilia, due dalla Calabria, una decina dalla Campania. Un inedito assoluto.



Già sedici anni fa la Lega Nord allestì una specie di marcia su Roma padana. Al timone c’era Bossi che però era attestato sulle tradizionali posizioni del partito: il nord contro tutti. Il resto d’Italia era considerato il nemico, la Capitale il cuore pulsante della corruzione e della degenerazione. Non a caso uno dei treni speciali con cui le truppe bossiani calarono verso sud venne ribattezzato “Nerone”. Stavolta tira un’aria completamente diversa. Anzi: vero scopo del raduno non è tanto quello di indebolire le posizioni del premier, quanto quello di saggiare la capacità di allargare la schiera dei propri militanti e sostenitori al Centro e al Sud.



Oltre a Salvini ci saranno anche i vertici di Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni invitata a prendere la parola dal palco. Dalla Francia Marine Le Pen invierà un videomessaggio e ha già fatto sapere che davanti alla telecamera indosserà la maglietta «Renzi a casa» appositamente speditagli dai leghisti. Non si sa invece se ci sarà Flavio Tosi, sindaco di Verona e segretario della Liga Veneta in rotta sia con Salvini sia con Luca Zaia, governatore del Veneto candidato alla rielezione nelle regionali di maggio. Tosi, che in passato aveva lungamente coltivato il sogno di sostituirsi a Zaia, contesta al segretario leghista l’eccessiva vicinanza con l’estrema destra europea e l’ostracismo nei confronti di Alfano e dell’Ncd, oltre a non concordare con l’idea di portare l’Italia fuori dall’Euro. Pare perfino disposto a candidarsi per la presidenza del Veneto in opposizione all’attuale governatore: «Ci sto pensando».
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