Jobs Act, dal mondo politico reazioni contrastanti Camusso: «Un abominio, Cgil si opporrà»

Jobs Act, dal mondo politico reazioni contrastanti Camusso: «Un abominio, Cgil si opporrà»
1 Minuto di Lettura
Mercoledì 24 Dicembre 2014, 19:52 - Ultimo aggiornamento: 19:54
Pioggia di commenti dopo l'approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, dei decreti attuativi del Jobs Act.

«Altro che rivoluzione copernicana», il governo Renzi «ha cancellato il lavoro a tempo indeterminato, generalizzando la precarizzazione», spiega la leader della Cgil, Susanna Camusso, parlando di norme «ingiuste, sbagliate e punitive». Un «abominio» secondo la Camusso, che annuncia la netta opposizione del sindacato: «invertendo l'onere della prova, che ora ricadrà sulle spalle dei lavoratori, si crea un abominio - chiosa - addossando alla parte più debole e ricattabile del rapporto di lavoro la dimostrazione dell'ingiustizia del suo licenziamento».



«Molto rumore per poco» secondo l'esponente di Forza Italia e presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone. «A prima vista, scelto da Renzi compromesso deludente. Altro che rivoluzione», scrive su Twitter.



L'appoggio, seppur parziale, al provvedimento viene dal capogruppo al Senato di Area Popolare, Maurizio Sacconi, secondo il quale il Jobs Act «rappresenta per ogni osservatore internazionale politico e finanziario la misura della nostra capacità di autoriforma, la verifica della presenza o meno di una autentica leadership, la possibilità di superare un fondamentale vincolo alla crescita e una certa cultura ostile all'impresa». Un passo avanti che però non basta: «la bozza di decreto delegato, pur contenendo passi avanti nella regolazione, non solo la limita alle nuove assunzioni ma soprattutto mantiene, come già la legge Fornero che almeno era per tutti i contratti, una ampia area di valutazione discrezionale del magistrato e quindi di incertezza giurisprudenziale», puntualizza il senatore.