Isis, M5s: «L'Italia invia i tornado in guerra senza autorizzazione del Parlamento»

Isis, M5s: «L'Italia invia i tornado in guerra senza autorizzazione del Parlamento»
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Lunedì 17 Novembre 2014, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 19:01
L'Italia amplia il contributo fornito alla coalizione anti Isis inviando 4 Tornado con compiti di ricognizione e intelligence. I caccia, precisano fonti militari, non parteciperanno ai bombardamenti e saranno schierati entro Natale nelle base avanzate in Kuwait in modo da potenziare il dispositivo già schierato, due velivoli Predator e un aereo da rifornimento, per i raid sulle postazioni del Califfato dislocate in Siria e Iraq.



La decisione, ha spiegato in un'intervista a La Stampa il ministro della Difesa Roberta Pinotti, è maturata «rispondendo ad una sollecitazione della coalizione e delle autorità locali». I Tornado verranno dunque utilizzati per «ricognizione avanzata» e attività d'intelligence, anche in considerazione del fatto che il recente vertice Nato di Newport ha assegnato all'Italia proprio compiti di vigilanza e ricognizione. «Si tratta di compiti molto delicati in questa fase - ha spiegato sempre ieri in un'intervista al Sole 24 ore il capo di Stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Luigi Binelli Mantelli - perché l'esercito dell'Isis ha imparato sempre di più a nascondere uomini e mezzi in ospedali, scuole e moschee ed è quindi decisivo intervenire con tempi e modalità ben precise, per evitare danni ai civili».



L'invio dei caccia viene contestato però dal Movimento 5 stelle, che chiede al governo di riferire in Aula. «Il ministro Pinotti entra praticamente in guerra - affermano i deputati della commissione Difesa -. Ha dato il via libera alla partenza dei Tornado bypassando completamente l'opportuna autorizzazione delle Camere. Una missione a rate di cui il Parlamento e i cittadini sono del tutto all'oscuro». L'unica risoluzione approvata dall'Italia, sostengono i cinquestelle, risale infatti al 20 agosto e «tratta il mero invio di armamenti leggeri, ovvero mitragliatici kalashnikov e munizionamento, il che esclude l'implementazione di un'autentica missione».



Parole alle quali fonti della Difesa replicano affermando che il Parlamento è stato «opportunamente informato» nel corso delle audizioni, nelle quali gli stessi parlamentari cinquestelle si dissero d'accordo con la maggioranza circa la non necessità di un voto.



«Polemiche strumentali e, nel merito, prive di ogni fondamento» le liquida il presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre sostenendo che i Tornado, così come tutti gli assetti inviati dal nostro paese, «non parteciperanno attivamente al conflitto». Saranno di «supporto - aggiunge - ad un'opera, rigorosissima, di intelligence». In occasione dell'audizione del 16 ottobre scorso inoltre, Latorre ricorda che il ministro Pinotti «annunciò che l'Italia si predisponeva anche a mettere a disposizione questi mezzi».



Dopo aver parlato dei circa 200 militari con funzione di addestratori che andranno presumibilmente ad operare ad Erbil e degli 80 uomini con funzione di consigliere per gli alti comandi delle forze armate irachene, il titolare di via XX Settembre disse che «è in fase di pianificazione l'invio di altri assetti pilotati per la ricognizione aerea».



Da completare la consegna delle armi ai Peshmerga. Intanto è ancora in fase di completamento la consegna delle armi che l'Italia fornirà ai Peshmerga curdi contro l'Isis. Si tratta di diverse tonnellate di materiale che deve essere trasportato in diversi momenti. «La consegna è a buon punto - spiegano all'Adnkronos fonti della Difesa - ma non ancora completata. Il trasferimento avviene con ponte aereo dell'Aeronautica tutt'ora in atto».



Del contributo italiano alla crisi irachena e alla coalizione anti Isis fanno parte 4 Tornado del 6° stormo di Ghedi da ricognizione con circa 100 militari dell'Aeronautica. I velivoli saranno schierati in Kuwait configurati come aerei da ricognizione (Isr), e partiranno dopo i primi nuclei di assistenza e manutenzione, circa 100 persone che saranno dislocate per l'assistenza e la manutenzione degli aerei.



Si tratta di aerei «che saranno utilizzati solo per la ricognizione a favore della coalizione - precisano fonti della Difesa - ma svolgeranno solo attività di intelligence e ricerca degli obiettivi sui quali interverranno altri aerei della coalizione». Previsto anche l'invio di due velivoli Predator Mq1, uno dislocato in Kuwait con una 80 di militari dell'Aeronautica, riconfigurato ma non ancora operativo, il secondo è in fase di trasferimento mentre un Kc767 aerorifornitore dell'Aeronautica Militare ha già effettuato 10 missioni operative (per un totale di oltre 50 ore di volo) a favore dei velivoli della coalizione.



A questo si aggiunge l'attività di addestramento.
Dieci militari curdi iracheni sono stati già addestrati per due settimane (nella seconda metà di ottobre) presso la Scuola di Fanteria di Cesano in Italia su impiego e manutenzione delle armi. È inoltre prevista la partenza di 200 istruttori per formare i militari dell'esercito kurdo e irakeno e di 80 consulenti per le unità dell'esercito iracheno. Il gruppo è in attesa di partire in quanto «sono ancora in pieno svolgimento colloqui con la coalizione e i vertici dell'Esercito iracheno e kurdo per definire in quali basi opereranno», spiega la Difesa.