Infrastrutture, Renzi deciso a mettere ordine al ministero: Delrio favorito per il dopo Lupi

Infrastrutture, Renzi deciso a mettere ordine al ministero: Delrio favorito per il dopo Lupi
di Alberto Gentili
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Lunedì 23 Marzo 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 11:12

ROMA Da una questione di ore, la successione di Maurizio Lupi al ministero delle Infrastrutture, si trasforma definitivamente in una questione di giorni. Matteo Renzi, che accarezza l'idea di un rimpasto complessivo del governo in giugno dopo le elezioni regionali, ha fatto sapere che oggi salirà al Quirinale senza aver istruito nel dettaglio il dossier: «Le valutazioni si fanno insieme al capo dello Stato».

Le danze, quelle vere, si apriranno insomma soltanto oggi dopo l'incontro con Sergio Mattarella previsto in mattinata e dopo che Renzi avrà assunto l'interim delle Infrastrutture.

Del resto anche il capo dello Stato ha un approccio simile a quello del premier: «Nessuna indicazione preventiva, nessuna moral suasion anticipata. Il Presidente affronterà la questione soltanto una volta che gli verrà posta», fanno sapere sul Colle.

Eppure, qualche indicazione già filtra. La prima, nel caso che Renzi rinunciasse al rinvio e il dicastero delle Infrastrutture dovesse andare a Graziano Delrio, è una massima vigilanza su chi dovrebbe assumere il delicatissimo incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: da sempre ponte e interfaccia tra Palazzo Chigi e il Quirinale. La seconda indicazione è invece una sorta di via libera all'ipotesi di un rinvio in giugno: sul Colle ritengono che la questione sia esclusiva competenza del premier, in quanto le infrastrutture non sono un ministero strategico, come Esteri, Interni, Difesa, Economia. E perché esistono numerosi precedenti di interim lunghi.

I PRECEDENTI

«Di sicuro», fanno sapere a palazzo Chigi, «Renzi utilizzerà l'interim per impostare il lavoro e mettere un po' d'ordine nel dicastero di Porta Pia e per lasciare al nuovo ministro una macchina in grado di correre. Con la massima attenzione al calendario delle opere e all'agenda delle cose da fare».

Insomma, Renzi di fatto farà davvero il ministro. Per quanto tempo si vedrà. In più, in base all'intesa tra il premier e Angelino Alfano che ha portato all'addio di Lupi, al Ncd dovrà andare una poltrona di peso. Il dicastero potrebbe essere quello per il Sud, frutto dell'unione tra gli Affari regionali (lasciati liberi dalla Lanzetta) e i fondi strutturali europei in mano al sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio. Il che porterebbe allo sbarco - sempre più probabile - proprio di Delrio alle Infrastrutture. «Graziano non spinge per l'incarico, ma se è utile alla causa lo assumerà», dice un renziano del giglio magico, «il problema successivo sarà trovare un altro sottosegretario alla Presidenza all'altezza, gradito al Quirinale».

LE IPOTESI

Altra ipotesi allo studio è confermare le Infrastrutture al Nuovo centrodestra, ma dopo averle svuotate della struttura tecnica di missione: la cabina di regia delle grandi opere e degli appalti, che dovrebbe passare a palazzo Chigi sotto la supervisione di Luca Lotti, braccio destro del premier. In un caso o nell'altro, il nome del Ncd più accreditato per la poltrona di ministro è Gaetano Quagliariello che lascerebbe il ruolo di coordinatore del partito a Lupi. Da escludere, invece, l'opzione tecnica: «In coerenza con il messaggio mandato dal premier finora, serve un ritorno alla responsabilità della politica».