Immigrati, cittadinanza a chi nasce in Italia e va a scuola, sì di Berlusconi al governo ma la Lega insorge

Immigrati, cittadinanza a chi nasce in Italia e va a scuola, sì di Berlusconi al governo ma la Lega insorge
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Giovedì 23 Ottobre 2014, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 14:56

La strada dello «ius soli temperato», dare la cittadinanza a chi nasce in Italia e compie almeno un ciclo di studi, proposta dal premier Matteo Renzi incassa l'apertura di Silvio Berlusconi («Siamo d'accordo»). Presa di posizione che però scatena la reazione contraria della Lega, con il segretario Matteo Salvini che si dice «assolutamente contrario» alla proposta. E con il capogruppo della Lega Nord al Senato, Gian Marco Centinaio, che ricorda al leader di Forza Italia che «il suo partito una volta faceva parte del centrodestra». Applaudono, invece, le associazioni, con Equality Italia che parla di «un'ampia possibile maggioranza in Parlamento».

A inizio ottobre il premier Matteo Renzi aveva confermato di vuole risolvere il problema dei ragazzi che vanno a scuola e frequentano i loro compagni italiani, parlano la loro stessa lingua ma non sono «uguali». «Pensare ai nostri figli che stanno nella squadra di calcio insieme a bambini che hanno cognomi difficili da pronunciare ma hanno condiviso lo stesso ciclo scolastico e sono collegati ciascuno all'altro da un rapporto di amicizia, non è tema ideologico ma di rispetto che portiamo ai bambini», aveva detto lo stesso Renzi, già a febbraio.

E al festival internazionale di Ferrara si era detto certo che «su questi temi la stragrande maggioranza degli italiani sia straconvinta.

Non vedo le difficoltà che c'erano fino a qualche anno fa, legate ad un atteggiamento di paura». «Era una nostra proposta - ha detto oggi Berlusconi - avevamo anche scritto un intervento. Siamo d'accordo e riteniamo che dare la cittadinanza ad un figlio di stranieri sia doveroso quando questa persona ha fatto un ciclo scolastico e conosce la nostra storia».

Parole che però non sono certo piaciute ai leghisti, come testimonia la reazione di Salvini: «l'emergenza del momento non è regalare la cittadinanza o il diritto di voto». L'idea di Renzi è una mediazione tra lo ius sanguinis attualmente in vigore nel nostro Paese (sei cittadino se sei figlio di italiani) e lo ius soli 'puro' su modello americano (sei cittadino se nasci in Italia). Lo «ius soli temperato» non è una proposta nuova: ne aveva parlato già Gianfranco Fini nel 2009, quando era presidente della Camera, e il concetto era stato poi ripreso dagli ex ministri per l'Integrazione Andrea Riccardi - che aveva parlato di 'ius culturae' - e Cecile Kyenge.

Alcune proposte sono approdate in Parlamento negli ultimi anni, ma senza riuscire a trovare il necessario consenso. Della necessità di legare la cittadinanza all'istruzione si è detta convinta anche il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini che due giorni fa a Firenze ha ricordato di aver «parlato diversi anni fa di ius soli et culturae. È dunque un tema che non solo condivido ma che, anche quando avevo altri ruoli, ho ritenuto fondamentale per poter far sì che un giovane straniero nato in Italia o arrivato in tenera età, se compie un percorso di approfondimento, di conoscenza vera dell'identità culturale del Paese sia ritenuto, come è, un italiano a tutti gli effetti».

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