Governo, tra il blu elettrico e rosa shocking, le ministre si prendono la scena

Marianna Madia (a sinistra) e Maria Elena Boschi (Foto Ansa)
di Maria Latella
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Domenica 23 Febbraio 2014, 12:13
Guardate la foto del primo governo italiano in cui met dei ministri sono donne e ripassate con me l’album delle altre volte, quando le ministre erano di meno. Ma non per questo si notavano di più. Si può interpretare lo stato d'animo di un ministro al giuramento, valutando il vestito scelto per l'occasione? Forse si. Con le donne, si capisce, è più facile: noi siamo quel che indossiamo.

E dunque, procedendo a ritroso. Le prime ministre del primo Berlusconi: al giuramento del 93 la più elegante si rivelò Adriana Poli Bortone, già Msi, devota a Pinuccio Tatarella e con la benedizione di lui approdata al ministero dell'Agricoltura. Sfoggiava un luminoso tailleur giallo limone, in sintonia con la soddisfazione per l'incarico. Era di buonumore, allora, e fu ricordata poi come un buon ministro.



Altri flash, questa volta a sinistra: il giuramento di Anna Finocchiaro, primo governo di Romano Prodi. Le avevano dato le Pari Opportunità e nella sala del Quirinale, quella mattina, le si leggeva in viso non si sa se più delusione o disappunto. Il ministero di via Arenula, la Giustizia, sarebbe stato giusto per lei ma neanche dopo glielo hanno mai voluto dare.

Perciò, inconsapevolmente protestando, al giuramento la Finocchiaro si vestì da tenda, dissero i più maligni. Per i più benigni, da madrina di una prima comunione. Abito blu e ampio soprabito bianco. In linea con le critiche che accompagnarono la scelta della mise, il suo passaggio alle Pari Opportunità non lasciò memorabili ricordi.



Cosa dedurre ora dalla foto ricordo delle otto nuove ministre? Le tre più contente di essere dove sono sembrano Federica Mogherini, Maria Elena Boschi e, ma in tono minore, Beatrice Lorenzin. Il nuovo ministro degli Esteri non ci avrà certo pensato ma l'insieme giacca colorata e pantalone nero ricalca, paro paro, lo stile della predecessora Emma Bonino che sulle giacche di una sua sarta romana ha costruito tutto il guardaroba. La scelta del colore denota fiducia in se stessa e in generale nel futuro: rosa. Più chiara di così la Mogherini non poteva essere.

Come già scritto ieri, Maria Elena Boschi non poteva che planare sul bluette. E' un forte richiamo al colore dei suoi occhi ed è un colore potente, denuncia consapevolezza di sé e scarsa inclinazione a confondersi con la tappezzeria.



IL MARRON DI GUIDI

Beatrice Lorenzin da tempo cura con attenzione il proprio stile. Ieri ha confermato di sentirsi ben insediata alla Sanità e abbastanza in pace con se stessa. Ottima scelta il lilla, colore apparentemente intimista, in realtà pacificatore. Il messaggio da cogliere sembra il seguente: «Benchè io abbia un caratterino, con Renzi voglio andare d'accordo».

Già nel fiero proporsi, offrendo il petto alla patria dei fotografi, Roberta Pinotti denuncia piglio militare e perfetta aderenza al suo ministero, la Difesa. In Europa ormai son quasi tutte donne a guidare i soldati, ma Pinotti non vuole mettere in allarme i generali, si fosse vestita di rosa come la collega Ursula von der Leyen, ai capi di stato maggiore sarebbe venuta una sincope. Dunque il neo ministro della Difesa ha scelto di mimetizzarsi, una giacca color kaki, uno sbattere di tacchi ed è già sull'attenti.

Volendo continuare nel gioco: si direbbe che Federica Guidi sia solo contentina per l'aver ricevuto in dono il problematico Sviluppo. La scelta del pesante tailleur marrone la penalizza parecchio. In più, quello è il colore della depressione. Non proprio adatto alla solenne letizia di una nuova autorevole avventura.



Il sindaco di Monasterace, Lanzetta, ha avuto altro di cui occuparsi di recente e dunque le perdoniamo il soprabitone tappezzeria. La speranza è che il suo ministero le dia tali e tante soddisfazioni da indurla al rosa di Federica Mogherini.

Ultima, nostra signora della P.A. il ministro Marianna Madia. Non è la prima ministra incinta al giuramento. Prima di lei, Stefania Prestigiacomo, al settimo-ottavo mese, secondo governo Berlusconi. Lei all'epoca aveva scelto per il giuramento un tailleur con giacca occultante la pancia. Madia s'è vestita invece di nero. Così come Stefania Giannini, neo ministro dell’Istruzione.



Il che, considerato il gelo tra Renzi ed Enrico Letta allo scambio della campanella e il silenzio calato sulla compagine ministeriale perché solo Renzi, o Delrio, sono legittimati a parlare, malinconisce un po' il loro primo giorno da ministra.
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