Giustizia, arriva la riforma. Più privacy per le intercettazioni e meno processi civili

Giustizia, arriva la riforma. Più privacy per le intercettazioni e meno processi civili
di Silvia Barocci
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Giovedì 26 Giugno 2014, 01:41 - Ultimo aggiornamento: 16:12
Le misure per abbattere del 20-40 per cento il pesantissimo fardello di oltre 5 milioni di cause civili arretrate, ci saranno senz’altro. Altrettanto dicasi per le nuove norme su falso in bilancio (pene fino a 5 anni), autoriciclaggio (3-8 anni), stretta sui reati di associazione mafiosa e gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata.



Ma la riforma della giustizia prevista per il Consiglio dei ministri del prossimo 30 giugno si arricchirà di nuovi capitoli, di cui al momento a Palazzo Chigi esistono solo i titoli senza l’articolato: più garanzia della privacy nelle intercettazioni; nuovo sistema elettorale del Csm per ridurre il peso delle correnti delle “toghe”; modifica al disciplinare di tutte le magistrature; ragionevole durata del processo penale, e un riassetto del codice per ridare organicità a un sistema ipertrofico.



Inutile dirlo, si tratta di temi scivolosissimi, per certi versi tabù, oggetto di durissime battaglie parlamentari durante i precedenti governi Berlusconi. Ma il premier Matteo Renzi sarebbe intenzionato a farli confluire in una riforma che, con la prima pietra posta nel Cdm della prossima settimana, procederà per step. Innanzitutto il varo dei provvedimenti su cui gli uffici del Guardasigilli Andrea Orlando hanno lavorato da mesi per eliminare l’arretrato civile e per favorire la composizione dei conflitti fuori dalle aule di giustizia, ma anche per dare un forte segnale di contrasto ai reati economici. Poi, forse in settembre, si provvederà a riempire di contenuto i capitoli di cui al momento esistono solo i titoli.



Il confronto Trasmesso a palazzo Chigi l’elenco dei punti della riforma, il ministro Orlando si avvia a chiudere provvedimenti sostanzialmente definiti e sui quali, specie sul civile, ha cercato il costante confronto con l’avvocatura. Due i nodi ancora da sciogliere - e anche celermente, vista la concomitanza di due provvedimenti già incardinati alla Camera e al Senato -: il governo interverrà o no con disegni di legge ad hoc sulla prescrizione e sulla responsabilità civile dei magistrati? Probabilmente cederà il passo al dibattito sui testi parlamentari (il primo a firma di Enrico Buemi, il secondo di Donatella Ferranti), salvo riservarsi di intervenire con emendamenti, se necessario.



Per ora sono solo linee guida, sprovviste di un articolato, ma intercettazioni e riforma del Csm sono i titoli più “forti” del menù sulla giustizia del governo Renzi. Forti nel senso di potenzialmente divisivi, perché arrivano dopo una lunga stagione infiammata da leggi “ad personam” e da norme come la stretta agli ascolti e la separazione delle carriere di giudici e pm ai tempi in cui Angelino Alfano era ministro della Giustizia. Le spine che ora maggiormente dolgono alla magistratura sono il taglio dell’età pensionabile da 75 a 70 anni senza la gradualità necessaria a evitare la scoperture d’organico.



Si vedrà quale sarà la reazione a un intervento sulle intercettazioni. Che non dovrebbe agire sui presupposti degli ascolti (tipo di reato, ad esempio), ma a garanzia della riservatezza delle persone che finiscono intercettate in indagini non a loro carico. Una richiesta, questa, più volta sollecitata dal Garante della Privacy Antonello Soro. Ecco allora che si va facendo strada l’idea che nelle ordinanze di custodia cautelare sia riassunto il contenuto delle intercettazioni, evitando la riproduzione dei dialoghi testuali.



Quanto al Csm, l’obiettivo è di renderlo più impermeabile alle correnti della magistratura. Si sta ragionando sul “panachage”, vale a dire la possibilità di votare candidati presenti in diverse liste. Sul disciplinare, invece, c’è chi pensa di rispolverare l’idea di una sezione “ad hoc” del Csm, i cui componenti non siano presenti nelle altre commissioni. Per il secondo grado dei verdetti disciplinari, invece, si ipotizza un’alta corte competente non solo sui magistrati ordinari ma anche su quelli contabili e amministrativi.



Il civile Per la semplificazione e la riduzione dei riti della giustizia civile è infine al lavoro la Commissione ministeriale presieduta dal magistrato di Cassazione Gisueppe Maria Berruti. Tra le novità, il trasferimento a un collegio arbitrale delle cause pendenti e la procedura di negoziazione assistita da un avvocato che permetterà, ad esempio, come accade in Francia, di fare separazioni e divorzi consensuali senza mettere piede in tribunale. Se così fosse, una rivoluzione. Resta da vedere se anche stavolta, alle prese con il ben più spinoso tema della giustizia, Renzi riuscirà a rispettare la tabella di marcia.
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