Fitto strappa con FI: nasce Conservatori e riformisti, presto i gruppi

Fitto strappa con FI: nasce Conservatori e riformisti, presto i gruppi
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Martedì 19 Maggio 2015, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 20:38

Saranno i risultati delle regionali a determinare nuovi rapporti di forza, altri scossoni nel centrodestra ed eventuali passaggi da un gruppo all'altro. Ma intanto Raffaele Fitto taglia il cordone ombelicale con Silvio Berlusconi e lancia la sua associazione «Conservatori e riformisti». Senza troppo porsi la questione di trasformare le sue truppe in gruppi in Parlamento (anche perché, per ora, l'europarlamentare pugliese non ne ha i numeri) ma con l'intento di dare ai 33 deputati e senatori che lo seguono una nuova prospettiva politica, nel solco dei conservatori inglesi di David Cameron e del gruppo Ecr dei Conservatori e Riformisti in Parlamento europeo.

«Senza rancore», lo strappo con Forza Italia è consumato.

La strada da fare è tanta, in vista delle primarie per le politiche del 2018, e l'unico lasciapassare che Fitto chiede ai suoi futuri compagni di viaggio (Verdini incluso) è rispetto di regole, contenuti ed una posizione nettamente alternativa a Renzi. Proprio questo rende difficile l'avvicinamento a Denis Verdini, che con Renzi è in stretto contatto (ma che nelle ultime settimane si è anche molto sentito con Fitto).

Intanto le manovre nel centrodestra sono in pieno regime. Silvio Berlusconi continua a mostrare disinteresse verso i suoi ex delfini («Al momento non vedo nessuno che abbia il carisma necessario», li liquida) e ripete di voler fare il 'padre nobilè dei moderati. Ma l'assetto di Milan ed azienda sembrano in realtà occupare i pensieri del Cav molto più della politica.

In attesa di vedere quanti proseliti farà il 'british stylè di Fitto, Angelino Alfano rivendica di aver detto molto prima di Raffaele che «tra Salvini e Renzi c'è uno spazio ampio da riempire». E Fabrizio Cicchitto, di Area Popolare, osserva che per poter parlare di primarie prima dovrà esserci «reale omogeneità politica». Quella che manca sulla scena del centrodestra.

La nuova legge elettorale obbliga all'aggregazione, e dunque vari attori si fanno largo con la propria ricetta per rifondare il centrodestra. Emerge da un lungo silenzio anche l'ex leader di An Gianfranco Fini - che ha messo in campo la fondazione Liberadestra - convinto però che la soglia di sbarramento al 3% dell'Italicum favorirà non certo la nascita di un partito unico ma piuttosto quella di un cartello elettorale. E sprona tutti a «definire un'idea», ad «individuare una serie di questioni con cui creare una politica di centrodestra da contrapporre a Renzi», ancora prima di porsi il problema della leadership.