«Allenatore» del centrodestra Non un partito, almeno per il momento - ci tiene a precisare - ma un «movimento partecipativo dal basso». Il processo è ancora lungo: l'ex presidente della Camera lo ha lanciato oggi al palazzo dei Congressi di Roma; da qui partirà l'organizzazione delle assemblee regionali in vista di un nuovo incontro nazionale per prendere le decisioni sul futuro del progetto voluto da Fini. Il suo nuovo ruolo è quello di un «allenatore» - come lui stesso si definisce - di una «squadra che deve tornare a vincere».
Destra divisa Il team di cui parla è quello del centrodestra, «diviso da ripicche e personalismi». Per ricostruirlo, però, non servono le alleanze, ma le idee e i contenuti, spiega l'ex leader di An e FdI. Scelta obbligata per chi sta fuori dal Parlamento e sostiene di voler fare politica all'esterno del Palazzo, per «passione e non per le poltrone».
Renzi per 20 anni L'iniziativa di Fini nasce anche da uno spettro agitato dall'ex presidente della Camera: «Non ci sono competitori credibili a Renzi, non lo sono né Grillo né il centrodestra ora, e il rischio è che il leader del Pd governi per vent'anni». Allora quello che serve è un rinnovamento: «Non una rottamazione», come quella renziana, perchè «l'esperienza può aiutare sempre, anche i più giovani».
L'euro e la Ue Non solo di prospettive future ha però parlato Fini: non sono mancati gli agganci con l'attualità. L'euro, ad esempio; oggetto dello scontro con il centrodestra: «Non si fa l'interesse nazionale quando si dice di uscire dalla moneta unica - sostiene Fini riferendosi a Lega e FdI - ma l'euro rischia di non stare insieme senza una politica economica e sociale». E di Ue l'ex leader di An ha parlato anche in merito alle nomine di cui si discute in questi giorni: «Mi auguro sia l'attuale ministro degli Esteri Mogherini la nuova Lady Ashton dell'Ue, ma serve una vera politica estera europea».
Le proposte E, infine, le riforme: «Spero che sia la volta buona», si auspica Fini svelando di vedere di buon occhio il dialogo aperto da Berlusconi con la sinistra. Ma non manca una provocazione: «Perché non passare al monocameralismo al posto del Senato delle autonomie?». E magari anche all'elezione diretta del capo dello Stato, come chiede Fini in piena sintonia con la posizione di tutto il centrodestra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA