Fecondazione eterologa, Veronesi: un sì alla libertà riproduttiva, stop ai viaggi della speranza

Umberto Veronesi
di Carla Massi
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Giovedì 10 Aprile 2014, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 13:13
Quando, nel 2004, venne approvata la legge sulla fecondazione artificiale Umberto Veronesi, oncologo di fama ed ex ministro della Sanit, disse che era «antiscientifica e illiberale». Uno dei punti critici, a suo avviso, era proprio il divieto dell’eterologa. A distanza di dieci anni il professore è soddisfatto. «Così le coppie, finalmente, non dovranno più andare all’estero».



Sono dieci anni che si batte per rimuovere questo divieto, vero?

«Sì perché vietare l’eterologa significa negare ad una coppia di adulti il diritto all’autodeterminazione. Di fatto vuol dire respingere la loro volontà, e il loro desiderio, di diventare genitori di un figlio che loro cresceranno con amore».



Quali sono stati secondo lei gli effetti di questo no dal 2004 ad oggi?

«Circa 2700 coppie, ogni anno, sono state costrette ad emigrare per la donazione di gameti. Quelle che non potevano affrontare le cifre alte dell’intervento, più i viaggi, si sono dovuti rivolgere a centri dai prezzi accessibili ma non sempre qualificati. Purtroppo si sa che, molti centri, vengono aperti e chiusi nell’arco di poco tempo perché non garantiscono tutte le tutele igieniche e scientifiche necessarie. Pensiamo, inoltre al dolore che un no come questo ha generato».



Il divieto, dissero i legislatori, era stato deciso per portare ordine nel Far West che dominava il mondo della riproduzione assistita prima del 2004. Non la pensa così?

«Non ho mai pensato che la fecondazione eterologa potesse rappresentare uno scandalo, un insulto alla morale. Piuttosto, ho sempre creduto che vietare l’eterologa significasse negare per legge la speranza di un figlio. Creando, per giunta, una differenza tra i cittadini abbienti che possono andare all’estero e quelli non abbienti che non se lo possono permettere».



Lei parla di libertà riproduttiva?

«Sono fermamente convinto che il diritto di avere figli sia una parte inalienabile del corpus dei diritti della persona. Per questo leggo in modo positivo la decisione della Consulta. D’altronde, all’eterologa, ricorrerà una piccola porzione delle coppie che cerca disperatamente di avere un figlio».



Piccola porzione, può quantificare?

«Non più del 20% dei casi. Lecoppie sono state limitate nelle libertà individuali. Hanno subìto il no ad una tecnica semplice. Antichissima, come forse non tutti sanno».



L’eterologa, una tecnica antichissima?

«Sì, risale al Settecento, veniva utilizzata per risolvere la sterilità di un maschio».

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