Divorzio breve, no del Senato: votato lo stralcio della norma

Divorzio breve, no del Senato: votato lo stralcio della norma
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Martedì 17 Marzo 2015, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 12:57
Niente da fare: in Italia non sarà possibile divorziare in tempi rapidissimi senza passare per la separazione neanche nel caso in cui entrambi i partner siano d'accordo. Almeno per ora.



L'Aula del Senato ha infatti stralciato questo pomeriggio la norma che lo prevedeva e che ora seguirà un suo percorso autonomo in un apposito ddl al quale il partito democratico, per voce del presidente Luigi Zanda, ha garantito sostegno assoluto. Il Senato, intanto, darà domani l'ultima parola sul resto del ddl (che era previsto per oggi), per il protrarsi delle dichiarazioni di voto. Se verrà approvato il provvedimento passerà in terza lettura alla Camera. Il Pd ha preferito incassare il consenso sulla legge sul divorzio breve piuttosto che andare allo scontro, annunciato, non solo con Ncd ma anche con la parte cattolica al suo interno.



Ha puntato insomma a portare a casa comunque un risultato, e cioè tempi più brevi per il divorzio. Il ddl infatti riduce la separazione dagli attuali 3 anni a dodici mesi, fino a 6 mesi in caso di consensuale. D'altro canto, come è stato detto in Aula, il divorzio immediato interessa un numero ridotto di persone visto che per ottenerlo non solo la richiesta deve essere consensuale, ma non ci devono essere figli minorenni, nè maggiorenni con handicap gravi o non autosufficienti da un punto di vista economico.



Dunque per arrivare l'approvazione del ddl la relatrice Rossana Filippin si è vista costretta, dopo l'assemblea del gruppo, a mettere ai voti lo stralcio della norma che lo prevedeva. «L'ho fatto - ha dichiarato Filippin - per ottenere rapidamente il risultato più importante che è la riduzione dei tempi per il divorzio».



In Aula anche le parole del presidente del Pd, Luigi Zanda hanno fatto appello all'unità politica: «Non mettiamo a rischio - ha detto - una legge che tanti italiani aspettano». M5s e Sel hanno votato contro la proposta di stralcio. Pd, Ncd, Udc, Fi a favore. Anche se non sono mancate posizioni a titolo personale come quelle della senatrice a vita Elena Cattaneo che, annunciando il suo voto contrario, ha detto no a qualsiasi «interferenza da parte dello Stato» e del senatore di Gal Lucio Barani che ha accusato la relatrice di «mancanza di coraggio» affermando che «gli italiani non vogliono azzeccagarbugli, nè leggi farraginose».



Il senatore di Area Popolare Maurizio Sacconi, che ha ricordato come il matrimonio venga tutelato dalla Costituzione, ha avvertito il Pd che Ncd è pronta a fare opposizione se si «vorrà lacerare la società italiana con una legge che conduce all'omologazione dell'istituto matrimoniale, incluse adozioni e provvidenze pubbliche, partendo dalle unioni civili».
Intanto anche Maurizio Gasparri ha chiamato Forza Italia ad un confronto sulle Unioni civili. Insomma, quella sui cosiddetti temi etici, sembrerebbe una battaglia politica solo alle prime mosse.
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