Delrio alle Infrastrutture a Ncd il ministero del Sud: via al rimpasto

Graziano Delrio
di Alberto Gentili
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Aprile 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 16:53
Già oggi, al massimo domani, Matteo Renzi cederà l'interim delle Infrastrutture. Evapora così il piano del premier di tenersi il dicastero di Porta Pia, «per fare pulizia», fino a dopo le elezioni regionali del 31 maggio: «Troppe opere rischiano di bloccarsi, troppi appalti di non essere aggiudicati... questo è un lavoro che richiede un ministro a tempo pieno», ha ammesso Renzi prima di tornare ieri mattina ad aprire il dossier innescato dalla dimissioni di Maurizio Lupi.



A meno di improbabili sorprese, il nuovo ministro sarà Graziano Delrio, uno che in un anno di governo nel delicatissimo ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha imparato a destreggiarsi tra le questioni più complesse. Grandi opere comprese.



IL NODO DEL SOTTOSEGRETARIO

Se non è scattata la nomina, è soltanto perché Renzi sta ancora riflettendo (in contatto con il Quirinale) su chi dovrà prendere il posto di Delrio a palazzo Chigi. Di nomi non ne circolano molti. Uno è quello di Matteo Richetti, emiliano come Delrio, 41 anni, già presidente dell'assemblea regionale dell'Emilia Romagna e renziano a fasi alterne. L'altro nome è Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, 49 anni, già presidente della Provincia e poi del Comune di Lodi. E' lui che per conto di Renzi, grazie all'indole dorotea e alla capacità di sbrogliare i problemi, ha tessuto la tela del Patto del Nazareno.



Ma, forse per scaramanzia o per prudenza, sia il primo che il secondo smentiscono categoricamente.

Della questione Renzi ha parlato a metà pomeriggio con gli alleati Angelino Alfano e Lupi. Il leader del Nuovo centrodestra e l'ex ministro, dopo che Sergio Mattarella ha raccomandato al premier di non penalizzare il partito centrista per non trasformare il governo in un monocolore Pd, sono andati a palazzo Chigi con due messaggi. Il primo: «Non siamo interessati alle Infrastrutture». Il secondo: «Il Ncd rivendica un dicastero di peso, con portafogli, per aver riconosciuto il peso di pilastro della maggioranza».



Come previsto, in poco più di un'ora di colloquio, Renzi e Alfano hanno raggiunto un'intesa: al Nuovo centrodestra andrà il neonato ministero per il Sud. Traduzione: la delega agli Affari regionali lasciata libera da Maria Carmela Lanzetta, traslocata alla giunta regionale calabrese. Ma, soprattutto, al nuovo ministero centrista andrà la programmazione e la gestione dei fondi strutturali europei.



La scelta di Alfano sarebbe caduta sul coordinatore del partito Gaetano Quagliariello. Ma Renzi preferisce una donna visto che, dopo le dimissioni della Lanzetta, la quota rosa del governo si è assottigliata. Ed ecco che filtrano quattro nomi: Valentina Castaldini, 37 anni, consigliere comunale a Bologna e nuova portavoce del Ncd; l'ex europarlamentare dell'Udc Erminia Mazzoni, 50 anni; la deputata Rosanna Scopelliti, 31 anni, figlia di Antonino, il magistrato ucciso nel 1991 dalla 'ndrangheta; Federica Chiavaroli, 35 anni, vicepresidente del gruppo del Ncd al Senato.



In base a questo carosello di deleghe, la scelta su Delrio è ormai inevitabile. Solo il passaggio del sottosegretario alla Infrastrutture, infatti, consentirà a Renzi di trasferire i fondi strutturali europei agli Affari regionali per dar vita al ministero per il Sud. In più, con Delrio alle Infrastrutture, il premier potrà rinunciare alla difficile operazione di trasferire a palazzo Chigi la Struttura tecnica di missione: il cuore pulsante del dicastero di Porta Pia, quello in cui fino a dicembre comandava Ercole Incalza. In più, sarà proprio Delrio a procedere all'operazione-pulizia promessa da Renzi.



Il piccolo rimpasto dovrebbe portare novità anche nel gruppo del Ncd alla Camera. A Montecitorio si rincorrono le voci riguardo a una raccolta di firme promossa dai deputati, alcuni sostengono su suggerimento di Alfano, per chiedere la convocazione urgente dell'assemblea del gruppo. Obiettivo: sfiduciare Nunzia De Girolamo, esponente dell'area più critica verso Renzi, e mettere al suo posto Lupi.



La De Girolamo ha risposto con una nota: «Ho sempre detto che il ruolo di capogruppo non è mio ma mi è stato assegnato dai deputati che, ovviamente, possono riprenderselo quando vogliono. Ho già dimostrato di non essere una poltronista, ma non oso pensare che tutto ciò sia vero. Ancor di più non posso credere che il ministro degli Interni perda il suo tempo nell'organizzare trame di questo tipo anche perché non ce ne sarebbe bisogno».