D'Alema: «La legge tuteli chi non è indagato
Campagna diffamatoria, nessun favore»

D'Alema: «La legge tuteli chi non è indagato Campagna diffamatoria, nessun favore»
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Mercoledì 1 Aprile 2015, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 09:47
«E' un campagna diffamatoria, nessun favore dalla Cpl. Non ho nulla da dire ai magistrati, sono sempre a disposizione». Lo ha detto l'ex premier Massimo D'Alema oggi a Bari «riferendosi all'inchiesta (in cui non è indagato) sulla metanizzazione di Ischia che ha fatto scattare l'arresto del sindaco del Pd ed ex Forza Italia Giuseppe Ferrandino e di altre 8 persone e che vede al centro delle indagini la coperativa rossa CPL Concordia. D'Alema ha poi chiesto una legge che tuteli chi non è indagato.



Il primo cittadino di Ischia è finito in carcere con l'accusa di aver ricevuto 330mila euro di tangenti dalla Cpl. Nelle intercettazioni effettuate durante le indagini è spuntato anche il nome di D'Alema e della fondazione Italiani Europei. A parlarne con un collega, nel marzo 2014, un dirigente della coop, Francesco Simone, che in Italiani Europei suggeriva di «investire» e che spiega come la cooperativa abbia acquistato «alcune centinaia di copie dell'ultimo libro» di D'Alema «nonché alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda agricola» a lui «riconducibile».





"Questo episodio conferma quanto sia urgente cio' che dice oggi il vicepresidente del Csm, e cioe' che occorre un intervento legislativo per la onorabilita' delle persone che non sono indagate, che vengono chiamate in causa per vicende cui sono del tutto estranee, con evidente esclusivo scopo di promuovere delle campagne diffamatorie", ha detto ancora D'Alema. "Ho avuto modo ieri - ha aggiunto - di esprimere indignazione per il fatto che siano state divulgate notizie che riguardano la mia persona o altre persone che collaborano con me. E sono state messe in collegamento con una indagine penale con cui questi fatti non hanno nessuna attinenza". "Infatti - ha sottolineato - io non sono indagato ne' alcune delle persone della fondazione 'Italianieuropei'".



D'Alema ha poi scandito: «È evidentemente falso e diffamatorio dire che io sono stato beneficiario di bonifici per 85mila euro». «Innanzitutto - ha spiegato ai cronisti l'ex prmier - per quanto attiene ai contributi alla fondazione Italianieuropei. La fondazione Italianieuropei è una istituzione culturale che non è mia. Io non ne sono proprietario. C'è una associazione che comprende molte personalità che non voglio stare qui a nominare, ma che è veramente offensivo ritenere siano riassumibili nella mia persona».



«Io - ha precisato - non ne sono amministratore, non ne sono neppure rappresentante legale. E non sono beneficiario in alcun modo dei contributi versati alla fondazione 'Italianieuropeì di cui io sono soltanto il presidente pro tempore, e lo sono stati anche altri, con l'incarico di assicurare l'indirizzo politico-culturale della fondazione». «Attività che svolgo - ha ricordato - a titolo gratuito. Quindi indicarmi come beneficiario di contributi è falso e chiaramente diffamatorio». Non so, ha concluso l'ex premier, «come si possa dire ottantamila euro a D'Alema: è chiaramente un falso di cui chi si è reso responsabile risponderà di fronte alla giustizia, perchè la pazienza ha un limite».



Quello che sta accadendo «mi costringe a denunciare, cosa che cominceremo a fare da oggi, quanti organi di stampa, televisioni e radio, singoli giornalisti, si sono esercitati a dire cose false e palesemente diffamatorie», ha aggiunto D'Alema.



«Non c'era alcuna necessità di utilizzare intercettazioni fra terze persone, senza valore probatorio, dove si parla di me de relato. Allora mi viene il sospetto che ci sia un motivo, per così dire, extra-processuale», aveva già affermato D'Alema al Corriere della Sera. «Dubito che la notizia dell'arresto del sindaco di Ischia e qualche suo presunto complice sarebbe finita sulle prime pagine dei giornali, se nell'ordinanza non fossero stati citati D'Alema, Tremonti, Lotti o qualche altro personaggio di richiamo. Ma se questa fosse la logica che ha ispirato i magistrati, ci sarebbe da preoccuparsi. Non per me, ma per il funzionamento della giustizia. Anche perchè negli ultimi tempi si sono susseguite diverse assoluzioni che hanno sconfessato le indagini, soprattutto nei confronti di amministratori locali addirittura arrestati».



«Io non delegittimo nessuno», chiarisce D'Alema ma «credo che l'organo di autogoverno della magistratura, il Csm, ma anche l'Associazione magistrati, dovrebbero esercitare una maggiore vigilanza affinché certe misure non siano superate e la magistratura non si delegittimi da sola. Non ritengo legittimo un uso delle intercettazioni come quello che è stato fatto nei miei confronti». «Prima è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti - osserva quindi D'Alema -, ora si criminalizza quello privato alla politica. Dopo cosa resterà?».



«Quanto al vino - dice sull'acquisto di bottiglie - mi viene da sorridere: se i pm vogliono acquisire agli atti una buona guida enologica scopriranno che i nostri spumanti sono segnalati tra i migliori, ed è notorio che in occasione delle festività le aziende ne acquistano in quantità per regalarli. Li abbiamo venduti e fatturati, concedendo la possibilità di pagare quattro mesi dopo: siamo noi che abbiamo fatto il favore alla cooperativa».
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