Approvato senato ddl anticorruzione, Orlando: «Traguardo non scontato»

L'aula del Senato
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Mercoledì 1 Aprile 2015, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 09:30

È stato approvato dal Senato il ddl anticorruzione con 165 voti favorevoli, 74 contrari e 13 astenuti. Ora il testo dovrà passare all'esame della Camera.

«È chiaro che sono soddisfatto perchè si trattava di un traguardo non scontato». Così il Guardasigilli Orlando. «Ma nessun trionfalismo», aggiunge, perchè la battaglia contro la corruzione deve andare avanti. Un solo «rammarico»: che il voto su un «tema così importante non sia stato unanime».

«Abbiamo rischiato e abbiamo vinto - ha detto ancora Orlando - Sapevano di correre dei rischi in questo passaggio ma siamo andati avanti lo stesso» ed è stato portato a casa «il risultato».

Ora il ddl anticorruzione «arrivi presto alla Camera e venga approvato in via definitiva». Così il premier Matteo Renzi. Un parlamentare, aggiunge rivolto al M5S, «se vuole combattere il malaffare, esercita il proprio ruolo. Fare ostruzionismo e dire sempre no è un inganno che forse funziona il tempo di un click ma gli elettori sanno sempre riconoscere».

Il dettaglio

Approvato, con voto segreto, con 124 voti favorevoli, l'articolo 8 del Ddl anticorruzione. Il falso in bilancio torna reato: non si dovrà provare di aver alterato il mercato o di aver prodotto un danno alla società quando si rappresentano situazioni non vere nei bilanci.

Pene più aspre per società quotate; da 1 a 5 anni per false comunicazioni.

Viene prevista la reclusione da tre a otto anni per il reato di falso in bilancio nelle società quotate. Il voto definitivo sul ddl è atteso in serata. Ieri è arrivato l'aumento delle pene per i mafiosi.

L'articolo 8 è passato al Senato con soli tre voti di scarto. I «no» sono stati 74 e gli astenuti 43. Quattordici le assenze in Forza Italia al momento del voto. Tra queste: Maria Rosaria Rossi, Denis Verdini, Niccolò Ghedini, Altero Matteoli. In Ap-Ncd non hanno partecipato alla votazione in 15 tra cui Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi, Pier Ferdinando Casini. Per il Pd, gli assenti sono stati 17 tra cui Linda Lanzillotta, Nicola Latorre, Francesca Puglisi, Ugo Sposetti, Rosa Maria Di Giorgi.

Dopo rimandi, attese, critiche sui tempi eccessivamente dilatati nonchè su un Parlamento che per alcuni non è sembrato «convinto» nell'affrontare fino in fondo una seria lotta alla corruzione, oggi è arrivato il tassello definitivo all'impegno contro il malaffare con il voto finale del ddl (che poi però dovrà passare all'esame della Camera).

I grillini, dopo le consultazioni on line, hanno deciso di votare no. Ma intanto, nel giorno in cui il presidente del Senato, Piero Grasso, parla di «reti opache di relazioni che uniscono mafiosi e criminali a politici, imprenditori, professionisti, funzionari pubblici, avvinti dal disinteresse per il bene comune, dalla collusione e dalla corruzione», si aumentano le pene proprio per l'associazione mafiosa: i boss e i loro uomini rischieranno, grazie all'approvazione dell'articolo 4, fino a 26 anni di carcere.

Tra le novità, la possibilità di poter ricorrere al patteggiamento e alla condizionale nei processi per i

delitti contro la pubblica amministrazione, ma unicamente nel caso in cui ci sia stata la restituzione

integrale del «maltolto». E ancora, con l'approvazione dell'articolo 6, è previsto l'obbligo per il Pm, quando esercita l'azione penale per i delitti contro la pubblica amministrazione, di informare il

presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione. Passa l'esame dell'aula anche l'articolo 3 del disegno di legge, quello che stabilisce la riparazione pecuniaria: per i reati contro la pubblica amministrazione, in caso di condanna,il funzionario corrotto dovrà versare allo Stato una somma pari alla «mazzetta» ricevuta.

Quel che è certo è che oggi, in Aula, il M5S esprimerà voto contrario. La consultazione degli

iscritti sul blog di Beppe Grillo non ha infatti lasciato spiragli visto che, su 27.124 iscritti certificati,

si è espresso a favore il 19,7 % dei votanti mentre ha detto «no» l'80,3%. Un responso che ha creato

anche un pò di maretta tra i grillini: se infatti il deputato Toninelli ha salutato con favore la decisione della base ribadendo che «serve il Daspo per i politici corrotti e un vero falso in bilancio», in Senato parere diverso è stato espresso da Michele Giarrusso il quale aveva invitato gli attivisti M5s a votare sì alla consultazione on line. Certo, ammette Giarrusso, sarebbe stato meglio avere pene più severe, così come «mancano molte cose che ritenevamo necessarie», ma è vero che sono «meglio due passi avanti che nulla».

«Intercettazioni? Non vedo nessuna esigenza di fare un decreto». Il Guardasigilli Andrea Orlando conversando con i cronisti al Senato dove sta seguendo i lavori sul ddl anticorruzione. «C'è un testo alla Camera», quello di riforma del processo penale, che contiene la delega al governo sul tema delle intercettazioni, «si lavorerà su quello».

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