Consulta, il Colle batte il Parlamento: Napolitano nomina Daria De Pretis e Nicolò Zanon

Consulta, il Colle batte il Parlamento: Napolitano nomina Daria De Pretis e Nicolò Zanon
di Paolo Cacace
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Domenica 19 Ottobre 2014, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 14:17
ROMA - L'aveva preannunciato e ancora una volta è stato di parola.

A chi, appena due giorni fa a Milano, a margine del vertice Asem, gli chiedeva se avesse vagliato le candidature dei due giudici della Consulta di sua competenza, Giorgio Napolitano aveva risposto seccamente: «Procederò rapidamente». E così è stato. Nessun indugio o dilazione.



In anticipo con lo spirare del mandato dei due giudici uscenti (Sabino Cassese e Giuseppe Tesauro) in scadenza il 9 novembre prossimo, il capo dello Stato ha nominato la professoressa Daria De Pretis, ordinario di diritto amministrativo e rettore dell'Universà degli Studi di Trento e Nicolò Zanon, ordinario di diritto costituzionale dell'Università degli Studi di Milano. Si tratta di due docenti di riconosciuto valore, entrambi del Nord (scelta non casuale) abbastanza giovani. Con questa nomina tempestiva da parte del Quirinale viene assicurata la piena funzionalità della Corte (con la presenza di 13 giudici su 15), ma resta ancora aperto il nodo dell'impasse del Parlamento che è giunto alla ventesima fumata nera per la nomina dei due giudici di sua spettanza. «Molto bene la decisione del presidente Napolitano, sono scelte di ottima qualità. Adesso il Parlamento non ha più alibi, si deve chiudere», ha messo immediatamente a verbale il premier, Matteo Renzi



LA SFERZATA

Dunque, l'accelerazione di Napolitano è una sferzata, messaggio chiaro ed inequivoco proprio al Parlamento. Già a Milano, il capo dello Stato - nel preannunciare le nomine dei due giudici - aveva soggiunto: «A decidere siamo in due. Io mi muoverò rapidamente, l'altro non so come si muove». L'«altro» era ovviamente il Parlamento incapace di uscire da uno stallo che si protrae da tre mesi con i principali partiti che si accusano reciprocamente di non appoggiare con convinzione i rispettivi candidati. E non caso nell'annunciare la scelta dei nuovi giudici, il Colle ha diffuso una nota in cui esorta le Camere ad accelerare i tempi auspicando che «le nomine possano essere rapidamente seguite dall'elezione dei giudici di nomina parlamentare per la quale si sono già tenacemente impegnati i presidenti delle due Camere».



Insomma: dopo i reiterati richiami caduti nel vuoto, Napolitano dà l'esempio ed esercita un estremo tentativo per inchiodare il Parlamento di fronte alle proprie responsabilità. Io - sembra dire il capo dello Stato - ho fatto per tempo la mia parte, ora tocca voi fare la vostra, non avete più alibi.Naturalmente, bisognerà vedere se il pressing del Quirinale otterrà l'effetto sperato poiché permangono i contrasti tra i principali partiti che nell'ultima votazione hanno depositato scheda bianca, salvo disperdere alcuni voti su Grasso. Analoga fumata nera c'è stata per il membro laico del Csm di sostituzione di Teresa Bene,la cui nomina non è stata convalidata dal Csm.Sullo sfondo delle pressioni del Colle per una rapida conclusione del «caso Consulta» ci sono ragioni di ordine istituzionale ma anche la preoccupazione che questa impasse possa ulteriormente rinviare quel calendario delle riforme che ormai non può più attendere. Il semestre di presidenza italiana nell'Ue ha già superato la metà del percorso e si avvicina la fine dell'anno entro la quale si dovrebbe avere un quadro più chiaro su quanto è stato realizzato o può essere realizzato in materia di legge elettorale e di riforme costituzionali. Ma finché il Parlamento è paralizzato dalla sequenza di sedute a vuoto per la scelta dei membri della Consulta ogni previsione è impossibile.