Cancellieri, la Camera vota la fiducia. Lei: nessun favoritismo, non mi dimetto

Anna Maria Cancellieri
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Mercoledì 20 Novembre 2013, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 07:57
No della Camera alla mozione di sfiducia del Movimento 5 stelle contro il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. I voti a favore sono stati 154, 405 i contrari. Tre deputati si sono astenuti.



Il Guardasigilli è intervenuto alla Camera respingendo di nuovo ogni accusa e ribadendo di non avere mentito al Parlamento e ai pm e di non avere omesso nessuna circostanza né delegittimato la magistratura. Ha sostenuto di avere agito «secondo dovere e coscienza» e negato «inconsueto zelo» per Giulia Ligresti, arrestata e poi scarcerata nell'ambito dell'inchiesta Fonsai, il gruppo assicurativo che faceva capo alla famgilia Ligresti. Cancellieri ha espresso poi «amarezza» perché nella vicenda «è stato toccato il mio onore e quello della mia famiglia» e ha aggiunto: «Non vi è stato nessun favoritismo né interventi calati dall'alto e questo è ciò che dicono i fatti».
Le accuse, ha poi sottolineato Cancelieri, «sono smentite dai fatti e dalla magistratura».



Il premier Enrico Letta, che ieri ha convinto il Pd a votare la fiducia al ministro, le si è seduto accanto. Protesta in aula del M5S, con i deputati che hanno fatto squillare i telefonini. Il segretario del Pd Guglielmo Epifani avverte: vada avanti ma rimuova le critiche. Restano le tensioni nel Pd con Pippo Civati che vota la fiducia «per disciplina di partito».




«Non ho mentito né al Parlamento né ai magistrati. E neppure sulla mia amicizia con Antonino Ligresti, che nel processo relativo alla Fonsai non è stato mai indagato e che non ha alcun rapporto di affari» con il fratello Salvatore, ha detto Cancellieri.



Nel trasferimento di Giulia Ligresti ai domiciliari «non c'è stata nessun inconsueto zelo né un'anomala tempestività, ma un'ordinaria attività di prevenzione che si è sviluppata in maniera autonoma», ha detto il ministro nel suo discorso alla Camera. Ad Antonino Ligresti, ha spiegato ancora il Guardasigilli, «sono legata da un lungo rapporto di amicizia».



«Respingo con assoluta fermezza il sospetto» che esista una «giustizia di classe» che distingue fra «cittadini di serie A e B», fra «ricchi e poveri», ha continuato Cancellieri a Montecitorio. «I miei doveri di ministro e la mia coscienza non mi avrebbero consentito di comportarmi in questo caso diversamente da come mi sono comportata».



La situazione di Giulia Ligresti «era già nota sia alla magistratura torinese che all'amministrazione penitenziaria prima della mia telefonata». C'è stato solo, ha aggiunto il ministro, «un'ordinaria attività di prevenzione che si sè sviluppata in maniera assolutamente autonoma, come dimostra la scansione temporale degli avvenimenti».



«Si è sostenuto che io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti al pm di Torino e che avrei taciuto di una terza telefonata. Non vi è stata da parte mia nessuna omissione» davanti al pm, ha insistito il ministro.



«Sono state estrapolate alcune frasi nella mia conversazione con Gabriella Fragni per dire che io avrei delegittimato l'operato della magistratura. Tutto ciò è assolutamente falso, lo dimostra la mia vita la servizio dello Stato», ha rilevato ancora Cancellieri.



«Non nascondo di aver avuto difficoltà a comprendere confini e contenute delle contestazioni che mi vengono mosse, tutto quello che mi viene contestato è smentito dai fatti e dalla magistratura» alla quale ho sempre ribadito piena fiducia, ha sottolineato il ministro, ricordando che non è mai «mancato il continuo sostegno del Presidente del Consiglio e degli altri colleghi».



«Da persona forte ho la profonda convinzione di aver agito sempre con fedeltà alle istituzioni: se avessi avuto un solo dubbio non avrei esitato a lasciare ad altri questo incarico», ha poi aggiunto Cancellieri.



Squillano tutti e contemporaneamente i telefoni dei deputati M5S in Aula: è la forma di protesta messa in scena dai Cinque Stelle per protestare durante il dibattito contro il ministro Cancellieri. L'iniziativa dimostrativa messa in scena dal M5S avviene mentre la loro collega Giulia Sarti sta per concludere il suo intervento in cui attacca la Guardasigilli: «in Italia esistono cittadini di serie A ed altri di serie Z» dice. I deputati fanno squillare i loro cellulari, dirigendoli verso il ministro e gridando "dimissioni, dimissioni!". Interviene quindi il Presidente della Camera, Laura Boldrini: «Colleghi togliete questi telefonini».



«Cancellieri a casa!»: è poi la scritta dei cartelli che i deputati del M5S hanno esposto in Aula al termine della dichiarazione di voto di Matteo Colletti sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia.



Il deputato 5 stelle Tancredi Turco ha illustrato a Montecitorio la mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli per i suoi rapporti con la famiglia Ligresti. Al termine della discussione generale, interverrà il ministro della Giustizia. Seguiranno dichiarazioni di voto e voto finale per chiamata nominale. Prima dell'avvio dei lavori il Guardasigilli ha avuto un colloquio con il premier e con il ministro dei rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.



«Ministro lei ha la fiducia del governo, ma non quelladel Parlamentro. È già stata sfiduciata da cittadini italiani», ha detto il grillino Turco, rivolgendosi in Aula alla Camera al ministro della Giustizia. «Non si tratta di problema giudiziario o procedurale: il nodo è politico e verte sul concetto di giustizia, che deve essere uguale per tutti: ricchi e poveri, amici di famiglia e sconosciuti. Lei non può promettere un impegno personale ad amici suoi nè di dire così non è giusto andando ad inficiare l'operato di magistrati», ha continuato il deputato 5 stelle, illustrando la mozione di sfiducia del suo movimento nei confronti del ministro della Giustizia.



«Il Pd non voterà sfiducia al ministro Cancellieri, a cui chiede di continuare il suo lavoro». Guglielmo Epifani conferma la fiducia al ministro della Giustizia e ribadisce, come avvenuto il 5 novembre, nel precedente dibattito in Parlamento, che Cancellieri non ha commesso illeciti nella gestione della vicenda Ligresti. «Noi tutti - ha aggiunto il segretario del Pd - riteniamo che il governo sia alle prese con un compito essenziale e difficile, in un momento molto complicato della vita del Paese. Se solo si mettono insieme i temi che il governo sta affrontando in queste ore, si ha il quadro esatto delle difficoltà che il governo è chiamato a fronteggiare».



«La mozione Cancellieri è un attacco politico al governo, lo si chiami con il suo nome». Lo dice Walter Verini, capogruppo in Commissione Giustizia del Pd, intervenendo nell'Aula della Camera. Verini viene interrotto più volte nel corso del suo intervento per aver criticato il M5S, accusando Grillo di voler tornare alle elezioni con il Porcellum. Il deputato dem chiede al presidente Laura Boldrini di consentirgli di recuperare il tempo perduto «a causa di queste intemperanze».



«I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l'ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla», attacca il candidato alla segreteria del Pd Pippo Civati, commentando il sì del gruppo Pd alla linea del premier Letta di difesa del ministro Cancellieri.



L'attacco di Civati a Cuperlo (continua a leggere)



«La scelta di Letta è sbagliata. L'ho detto ieri sera al gruppo. Io mantengo le posizioni che ho sempre avuto e mi dispiace che il Pd non abbia raccolto quello che avevo proposto di sostenere una posizione politica che avrebbe comportato le dimissioni del ministro ancora prima di arrivare in aula», continuato Civati. «È stato Gianni Cuperlo in un intervento molto duro a ricordare che la politica sopraffà la morale. Con un po' di sarcasmo salutavo il fatto che uno dei candidati alla segreteria del Pd ci ha spiegato tra gli applausi scroscianti della parte che in lui si riconosce nel gruppo che bisognava salvare la Cancellieri», conclude.



Quello di oggi è «un voto fasullo e insincero da parte del Pd, del suo partito Letta, una finzione ridicola che trasforma il Parlamento in una sala giochi, in una guerra tra renziani civatiani, lettiani etc». Lo dice

il capogruppo Fi alla Camera, Renato Brunetta nella dichiarazione di voto sulla sfiducia a Cancellieri. «I deputati Pd celebrano una danza macabra attorno al suo governo» dice Brunetta rivolgendosi al premier. «Noi annunciamo una fiducia morale e convinta al ministro. Mentre questa - aggiunge - è una fiducia in maschera. Oggi il Pd infila un cappio doppio attorno al collo del premier».



«Il fatto che una magistratura così dura e rigorosa come quella di Torino abbia manifestato la testimonianza della regolarità di quel che avvenuto, dovrebbe costringere tutti i demagoghi in questa aula a una riflessione su questa indegna speculazione politica» sulla vicenda del ministro Cancellieri, che ha avuto «invece una posizione cristallina». Lo dice in Aula Fabrizio Cicchitto, del Nuovo centro destra, ricordando come il Guardasigilli, che erroneamente definisce sindaco rinnovandogli la fiducia, «sia intervenuta su molti altri casi» e «non sul circuito che ha deciso quel provvedimento» sui Ligresti.



«Il ministro Cancellieri è ancora in tempo per dimettersi: minimizzare non serve al prestigio delle

Istituzioni». Lo ha detto nell'Aula della Camera il capogruppo di Sel Gennaro Migliore annunciando il sì al dispositivo della mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia presentata dal M5S.



«È la giornata più lunga. Sicuramente faticosa». Indica il braccio sinistro dolorante, il ministro Cancellieri, quando i cronisti, nella buvette della Camera, le domandano come stia vivendo questa giornata. Oltre che dal punto di vista istituzionale, anche dal punto di vista umano ha mai pensato alle dimissioni?, è la domanda. «Umanamente? No, abbia pietà. Non ne voglio parlare. Oggi no, guardi come sto, con questo braccio che mi fa male: sono dovuta venire qui, devo fare la fisioterapia. Per fortuna Roma ti regala queste bellissime giornate di sole».



Intanto la Procura di Torino ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla fuga di notizie relativa al caso Cancellieri-Ligresti. L'ipotesi è che qualcuno degli investigatori abbia violato il segreto d'ufficio sull'inchiesta Fonsai. In particolare, il fascicolo è stato aperto sulla diffusione della notizia, pubblicata dal quotidiano La Repubblica, dell'esistenza di tabulati telefonici sulle telefonate tra il ministro della giustizia e Antonino Ligresti.