Pensioni d’oro alla Camera: versi un euro, ne prendi 5

Pensioni d’oro alla Camera: versi un euro, ne prendi 5
di Diodato Pirone
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Martedì 11 Agosto 2015, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 11:40
Non c’è dubbio: con il bilancio 2015, approvato poco prima della chiusura estiva, bisogna dare atto alla Camera dei Deputati di essere passata dalle parole ai fatti sul fronte dei tagli alle proprie spese. Le cifre parlano da sole: per la prima volta da un decennio Montecitorio scende sotto il miliardo di spese (986 milioni per l’esattezza) e per il terzo anno consecutivo restituisce soldi al Tesoro che - per l’autonomia totale stabilita dal regime di autodichìa - sarebbe chiamato a ripianare le uscite della Camera a piè di lista, senza neppur poter fiatare.



E tuttavia un’occhiata più attenta ai meccanismi interni del bilancio di Montecitorio mettono in mostra ancora una volta le enormi crepe che si sono allargate negli ultimi anni in un meccanismo squilibrato strutturalmente.



LA SORPRESA

​Contrariamente a quello che si pensa la voce di spesa più importante di Montecitorio non è relativa agli stipendi dei deputati. E neppure a quella dei loro odiatissimi e superprivilegiati vitalizi (peraltro aboliti a partire dalle retribuzioni dei deputati dal primo gennaio 2012). Gli stipendi degli onorevoli, infatti, assorbono 145 milioni e i loro vitalizi (o pensioni a partire dal 2012) arrivano “appena” a sfiorare i 138 milioni. Il fatto è che nel tempio della politica italiana la politica non è la regina del bilancio. Il primo posto del podio della spesa più consistente della Camera va infatti ai dipendenti che quest’anno assorbiranno la bellezza di 488,7 milioni sotto forma di ricchi stipendi e soprattutto di superbe pensioni.



In altre parole i 1.281 dipendenti della Camera (al 15 luglio 2015) e soprattutto coloro che li hanno preceduti assorbono praticamente la metà dell’intero bilancio della Camera, facendo assomigliare questo ganglio vitale della vita pubblica italiana ad una sorta di maxi-stipendificio e ad una ancora più prolifica fabbrica di pensionati d’oro. Per rendersene conto basta fare due conti sulla punta del naso. Per gli stipendi e i contributi dei 1.281 dipendenti di Montecitorio quest’anno sono stati stanziati 232 milioni.



Questo vuol dire che mediamente ognuno di loro verrà a costare all’amministrazione la bellezza di 181 mila euro. Sia chiaro: è evidente che su questo stratosferico importo pesa l’elevata presenza percentuale di dirigenti non solo laureati ma anche particolarmente qualificati. Ha il suo peso anche l’età elevata di chi lavora a Montecitorio che solo in 149 casi (l’11,6% del totale) vanta meno di 10 anni di esperienza professionale. Tuttavia l’enormità della cifra media risulta evidente se si pensa che nel parlamento francese le buste paga che superano i 200.000 euro annui lordi non superano le dita di una mano. E infatti non a caso sui tagli a questi stipendi è in corso un braccio di ferro.



RAPPORTO SCANDALOSO Ma è sulle pensioni dei dipendenti della Camera che si raggiunge l’apice dello squilibrio contabile e dell’irresponsabilità del privilegio. Questa voce, infatti, quest’anno assorbe 256,7 milioni di euro. Una cifra esagerata che impone tre riflessioni. La prima è sconsolante: sommando le pensioni dei dipendenti a quelle dei deputati si raggiunge la somma di 394,5 milioni. Questo vuol dire che la Camera assegna alle pensioni addirittura il 40% di tutte le proprie spese, il che non è proprio un segnale di investimento sul futuro del Paese.



La seconda allarma: rispetto al 2014 la spesa previdenziale dei dipendenti della Camera è salita del 10% (contro il +0,6 di quella dell’Inps). La causa? Chi ha potuto si è dileguato portando con sè il privilegio di una pensione legata a stipendi particolarmente elevati. In alcuni casi - ma alla Camera su questo circolano molte leggende metropolitane - si parla di 100.000 euro (su più anni) di tagli evitati alle pensioni personali. Il terzo dato su cui riflettere è quello più grave: nel 2015 i dipendenti della Camera pagheranno in totale una cinquantina di milioni di contributi pensionistici (36,8 dei quali a carico dell’amministrazione) ma le pensioni dei loro colleghi a riposo ammonteranno a 256 milioni.



Il rapporto contributi/prestazioni è di uno a cinque.
Al mondo non c’è un altra categoria che versa 1 euro per le proprie pensioni e contemporaneamente ne prende 5 (cinque). Per avere un’idea del trattamento previdenziale riservato ai dipendenti della Camera si può ricordare che nel 2013 i 12,7 milioni di lavoratori dipendenti italiani “normali” hanno versato all’Inps 4,4 miliardi di euro di contributi in più rispetto a quelli che hanno preso i loro colleghi pensionati.
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