Berlusconi a Porta a Porta: «Unione dei moderati è l'unica via»

Berlusconi a Porta a Porta: «Unione dei moderati è l'unica via»
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Martedì 26 Maggio 2015, 23:37 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 16:20

​Mancava dal salotto di Bruno Vespa esattamente da un anno.

Ma Silvio Berlusconi, nonostante ci tenga a precisare che la sua «non è una campagna elettorale», approfitta della trasmissione per rilanciare i suoi cavalli di battaglia: l'unione dei moderati «l'unico modo per competere con la sinistra»; l'intenzione di ritagliarsi un ruolo da regista: «io non posso essere ricandidato nel 2018 a causa della legge Severino»; e la necessità che tutti aderiscano al suo nuovo progetto.

Parole indirizzate a Matteo Salvini che al contrario ambisce ad avere la golden share del centrodestra: «Mi auguro - ha detto il Cav - che la Lega ne faccia parte e che ognuno rinunci ad una parte delle proprie ambizioni elettorali».

Nel corso della trasmissione non mancano le punzecchiature a Matteo Renzi, nonostante l'ex premier riconosca al suo alleato di usare dei modi «garbati. Nessuno dei due attacca l'altro», ci tiene a sottolineare. Al presidente del Consiglio, il Cavaliere imputa di non essere «mai stato eletto» anzi «di essere spuntato da sotto un cavolo». Bocciata poi la politica economica: «ha fatto solo proclami ed ha aumentato le tasse». Affondo sul caso pensioni: «Renzi sta prendendo in giro i pensionati, ha definito bonus quello che è solo una mancia, deve restituire tutto».

Il cuore del suo intervento però l'ex capo del governo lo dedica al progetto che più gli sta a cuore: rimettere insieme i 'pezzì del centrodestra, e annuncia che al termine della campagna elettorale per le regionali avvierà un tour per tutte le province: «Prima del 2018 non si andrà a votare - è la convinzione - non conviene a Renzi e nemmeno ai parlamentari. Due anni e mezzo è il tempo che serve per il progetto». Per Berlusconi infatti si tratta dell'ultima occasione per il centrodestra: «O ci si unisce oppure temo che la sinistra governerà per i prossimi anni. Ecco perchè i moderati che sono la maggioranza nel Paese devono essere consapevoli del loro ruolo». Guai però a parlare del successore «non posso essere io ad indicarlo, deve venir fuori con il proprio carisma». Un invito dunque a tutti i leader presenti a misurarsi con gli elettori e magari anche attraverso le primarie.

La consultazione popolare non è amata dal Cavaliere convinto che sia «uno strumento manipolabile», ma di fronte ad un «intervento del Parlamento per regolarle allora le primarie potrebbero andare bene». Top secret il nome del possibile delfino che comunque l'ex premier invita a cercare fuori dal suo cerchio familiare: «Ho sempre dato la massima libertà ai miei figli, ma dopo quello che ho passato da padre, di imperio gli impedirei di fare politica». E se sul successore ci sono ancora forti dubbi, l'ex premier ribadisce che la riunificazione dei moderati è l'unica strada possibile e che anche la nuova legge elettorale «può andar bene per il progetto». Nessuna paura insomma del big bang che si scatenerà nel partito un attimo dopo la chiusura delle urne. Dopo Raffaele Fitto, che oggi ha compiuto un altro passo verso la creazione di un nuovo soggetto politico, l'ex premier non teme altri addii, nemmeno quello di Denis Verdini: «Con lui il rapporto è leale ed affettuoso, non credo andrà via».

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