Il cav a cena al ghetto dopo il paragone della persecuzione dei figli con quella degli ebrei

Berlusconi (Foto Scrobogna/LaPresse)
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Domenica 17 Novembre 2013, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 17:55
ROMA - Raccontano che sia arrivato intorno alle 20,30 e abbia lasciato il ristorante quasi a mezzanotte. Una lunga cena quella di Silvio Berlusconi che dopo le fatiche del Consiglio Nazionale ha scelto lo storico ristorante kosher nel quartiere del Ghetto della Capitale per rilassarsi. A tavola con lui una decina di persone, tra cui la fidanzata Francesca Pascale (che qualche giorno fa aveva pranzato nello stesso ristorante con alcune amiche) e Maria Rosaria Rossi. L'ex capo del governo - raccontano i fratelli Dabush proprietari del locale - ha chiesto di assaggiare le specialità della cucina, mangiando cus cus, antipasti, l'immancabile carciofo alla giudia e anche i dolci. Sembra che il Cavaliere sia rimasto colpito in particolare dalla crostata alla castagna. Una lunga cena dunque con cui il Cavaliere si è concesso una 'pausà dalla politica. Pochi infatti sarebbero stati i commenti sulla giornata e sullo strappo di Angelino.



Ai pochi che gli hanno chiesto come se sentisse, il Cavaliere avrebbe risposto di essere «provato per quello che era accaduto», ma che ora si sentiva «molto sereno». Spazio invece alle foto, fatte con gli ospiti del ristorante così come con le persone che dall'esterno si erano fermate, attirate forse dalla presenza delle molte macchine parcheggiate nelle vicinanze. Il Cavaliere - raccontano - si è fermato poi a scherzare con alcuni bambini presenti nel locale. Tra gli ospiti, anche il presidente della comunità ebraica Riccardo Pacifici che a fine serata, prima di andare via si è intrattenuto a parlare con l'ex capo di governo. Agli occhi dei presenti il colloquio sarebbe stato molto sereno con sorrisi da entrambe le parti.



Sicuramente sarà servito per smussare il clima dopo il paragone fatto dall'ex premier nell'ultimo libro di Vespa tra i suoi figli e la tragedia degli ebrei sotto il nazismo. Parole che avevano suscitato sdegno e polemiche nella comunità ebraica. Il ristorante, spiegano i proprietari è frequentato da diversi personaggi ecco perchè la regola che loro si sono imposti è quella di non fare mai domande sulla politica: «Ieri - precisa Hamit Dabush - era shabbat per cui abbiamo tenuto la televisione spenta ed eravamo poco informati su quanto stava accadendo nei palazzi del potere».



Il proprietario glissa sulle vicende politiche, ma si lascia andare ad una previsione: Visto il gradimento del cibo sono sicuro che Berlusconi tornerà a trovarci...



La comunità ebraica. «Ieri sera il presidente della Comunità ebraica di Roma era a cena in un ristorante in via del Portico d'Ottavia.
Nello stesso locale, a un tavolo poco distante, si trovava l'ex premier Silvio Berlusconi con alcuni suoi ospiti. Durante il pasto l'ex premier ha chiesto a Pacifici di avvicinarsi per salutarlo. I due si sono intrattenuti in un colloquio che ha visto Berlusconi scusarsi per i paragoni con le persecuzioni contro gli ebrei, frasi che avevano suscitato indignazione». Lo sottolinea in una nota il portavoce della Comunità ebraica di Roma, Fabio Perugia. Frasi inserite nell'ultimo libro di Bruno Vespa che, è stato concordato, non compariranno in una seconda edizione del volume. «Pacifici ha spiegato serenamente - si legge nella nota - che nessun paragone di quel tipo è accettabile e un chiarimento sarebbe stato più efficace in un incontro successivo. Il presidente della Comunità Ebraica ha ribadito inoltre che la frase inserita nel libro di Bruno Vespa sarebbe dovuta, a suo avviso, essere cancellata in una seconda edizione del testo. L'ex premier ha concordato con la proposta di Pacifici. I due si sono quindi salutati e hanno proseguito la serata ognuno con i propri ospiti».
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