Berlusconi: Alfano scelga, partito o governo
Vertice a palazzo Grazioli con i ministri Pdl

Berlusconi: Alfano scelga, partito o governo Vertice a palazzo Grazioli con i ministri Pdl
di Marco Conti
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Venerdì 18 Ottobre 2013, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 15:36
ROMA Caro Angelino, sono d’accordo con te che un sedere pu stare in una sola poltrona e tu potresti cominciare a dare l’esempio, magari lasciando la guida del Pdl. Silvio Berlusconi ha concluso più o meno così le tre ore di permanenza dei ministri del Pdl a palazzo Grazioli. Il primo ad arrivare in via del Plebiscito è stato proprio il vicepremier Alfano entrato a palazzo proprio mentre ne usciva l’avvocato Ghedini. L’umore dell’ex presidente del Consiglio non poteva che essere scuro quando all’ora di pranzo hanno raggiunto la magione romana del Cavaliere anche i ministri Lorenzin, De Girolamo, Lupi e Quagliariello. Con i cinque l’ex premier ha discusso a lungo della legge di stabilità, che condivide ben poco, della riforma elettorale e della compattezza della coalizione.

CONSIGLIO NAZIONALE



Malgrado il tentativo di tener separate le vicende del governo da quelle personali, più volte i due piani si sono intrecciati ed è stato proprio quando si è parlato della necessità di ridare slancio all’azione del governo che Berlusconi ha tirato fuori la richiesta di un passo indietro di Alfano «dal governo o dal partito, in modo che potrai occuparti meglio dell’uno o dell’altro». La richiesta è più o meno rimasta appesa nel vuoto anche se, raccontano i bene informati, Alfano si sarebbe rimesso alla decisione del leader. Il tentativo delle ”colombe” è quello di lasciare a Berlusconi l’onere della scelta ed eventualmente di vedersela con lo stesso Enrico Letta che non sembra avere intenzione di passare per un rimpasto di governo.

PPE



In realtà più che alla poltrona di ministro dell’Interno o di vicepremier, Berlusconi punta a tornare in possesso del ruolo di segretario del Pdl. Dal tentativo soft il Cavaliere è anche pronto a passare ad un più concreto braccio di ferro nel consiglio nazionale del Pdl che potrebbe essere convocato a breve anche su richiesta della pattuglia dei lealisti guidata da Raffaele Fitto. Ieri sera l’ex governatore della Puglia ha avuto con Berlusconi un lungo faccia a faccia. Colloquio a due del quale trapela poco o nulla, ma la consuetudine tra i due degli ultimi giorni rivela una sintonia che non promette nulla di buono per il governo. Berlusconi continua infatti ad essere tormentato dal suo destino giudiziario e insiste nel sostenere che «non possiamo stare con i carnefici della nostra storia politica». Il timore che il governo possa andare comunque avanti con i voti di un pezzo del Pdl che finirebbe nel contenitore che stanno allestendo Mauro e Casini, gli impone però cautela. Ma sembra essere solo questione di tempo, anche se lo slittamento del voto sulla decadenza nell’aula del Senato potrebbe arrivare fino a gennaio. Il continuo rinvio del voto in aula aiuta però il Cavaliere a trasformarsi in una sorta di ”martire” della democrazia. L’opuscoletto che intenderebbe diffondere «sulle aggressioni giudiziarie subite» diventerà di fatto il primo passo della campagna elettorale che si va aprendo e che, secondo i calcoli di Berlusconi, dovrebbe portare il Paese al voto a primavera.
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