Un primo segnale di ritrovata unità arriva dalla reazione del partito al voto della giunta in favore della decadenza. «Anche chi era contro la sfiducia al governo si è unito a difesa di Berlusconi, posso garantire la loro massima fedeltà», assicura il mediatore Renato Schifani, che schiera le truppe pidielline in difesa del voto segreto in Aula. Per una battaglia che il Cavaliere è determinato a proseguire fino in fondo, nonostante il Pd con Felice Casson torni a formalizzare la richiesta di scrutinio palese innescando una nuova rissa tra alleati in vista della pronuncia definitiva sul Cavaliere. Anche nel tono delle reazioni a quello che Berlusconi soffre come l'ennesimo tentativo di «eliminarlo per via giudiziaria», però, si avverte il cambio di passo che gli alfaniani stanno cercando di imporre al partito. Niente minacce alla vita del governo, tanto per iniziare.
LEALISTI SOCCOMBENTI
La linea dei falchi ha perso. «Si sta lavorando tutti per ricucire lo strappo», conferma sempre Schifani. «Un appoggio forte al governo e un partito nuovo», elenca Maurizio Lupi: ecco le condizioni poste dagli alfaniani. Il partito nuovo può anche chiamarsi Forza Italia, purchè non sia a trazione «estremista». Una Forza Italia 3.0, a questo punto. Che, sotto la guida di Alfano, veda affermarsi la linea della responsabilità come, stando anche ai sondaggi, chiedono i cittadini e agli stessi elettori Pdl. Naturalmente, partito nuovo vuol dire anche nuovo organigramma. «Non posso credere che ci sia la richiesta di tagliare delle teste», insorge Sandro Bondi. Ma, assicurano le colombe, non è a uno «spargimento di sangue» che si lavora. Gli alfaniani reputano difficilmente digeribile la richiesta di un azzeramento dei ruoli e di un congresso, che viene dai falchi: «Una linea ha vinto e l'altra ha perso: non si può far finta di niente, il suo ruolo Alfano lo ha conquistato. Se qualcuno non ci sta - spiega una colomba - si assumerà la responsabilità di strappare».
Il tentativo di chi in Parlamento ha vinto è dunque quello di coinvolgere tutti i lealisti (la trattativa è in corso) che erano al fianco di Berlusconi sulla linea della sfiducia. Ma sotto le insegne della linea che ha prevalso. Insomma, con la defalchizzazione che potrebbe anche portare a una rotazione alla guida dei gruppi parlamentari. Ma anche a un cambio di rotta sul piano della comunicazione, con un cambio di guida per il Giornale; anche se l'editore Paolo Berlusconi seccamente smentisce e conferma fiducia ad Alessandro Sallusti.