Floris contro Giannini, partita la sfida tv
Benigni a Ballarò: «Se riforma la scuola
Renzi risolve la vera tragedia del Paese»

Floris e Giannini
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Martedì 16 Settembre 2014, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 08:59

Massimo Giannini contro Giovanni Floris: stasera primo scontro diretto fra il "Ballar" che Giannini ha ereditato da Floris, su Rai3, e il nuovo programma di quest'ultimo su La7, "di Martedì".

Giannini: Ballarò programma di parte. «Ballarò sarà un programma di parte perché la parte sono i telespettatori che ci seguono»: Massimo Giannini lo ha annunciato chiaro e forte nel suo editoriale di apertura dello storico programma di Rai3 per la prima volta condotto da lui. Il messaggio è chiaro: «Gli azionisti della Rai, infatti, non sono i partiti di maggioranza e neppure quelli di opposizione, ma i cittadini che hanno diritto di sapere e conoscere». Al di là di tutto, nell'anteprima del talk show, Giannini ci tiene a sfoderare l'asso nella manica del suo esordio: l'intervista a Roberto Benigni, di cui il giornalista nell'anteprima fa vedere un piccolo assaggio. Pochi minuti nei quali il comico toscano scherza anche sulle foto in topless del ministro Giannini. «Non succedeva - ride Benigni - dai tempi di Spadolini». L'attore e regista aveva esordito dicendo: «Sono un grandissimo fan di Ballarò, da quando lo presenta Giannini non ho perso una puntata».

Benigni: se Renzi riforma la scuola risolve la vera tragedia. «Renzi è partito con la scuola e invece... Ieri hanno riaperto le scuole e ora Renzi deve stupirci. La scuola è il nostro futuro. Si è parlato di bicameralismo perfetto ma è solo una frase, mentre se si fa una scuola è la risoluzione di una vera tragedia»: così, con il suo solito modo scanzonato, Roberto Benigni, intervistato da Massimo Giannini, in apertura della prima puntata del nuovo Ballarò su Rai3, punta il dito sulla riforma mancante. Non manca un riferimento ai famosi 80 euro aggiuntivi in busta paga voluti dal premier Renzi: «Un colpo bello, bellissimo, anche perché - scherza - questi 80 euro sono rimasti in busta paga. Però ci sono solo quelli, perchè il lavoro invece non c'è. Renzi è uno che le promesse le mantiene».

«Italiani, ricordatevi del futuro». «Ci sono persone che non vedono nulla davanti e si ricordano solo del passato. Invece c'è un futuro meraviglioso da costruire insieme. Ognuno facendo la sua parte. Ricordatevi del futuro, è questa la frase con cui saluto gli italiani - ha detto Benigni - L'Italia del 2020? La vedo come un Paese felice, dove la gente lavora. Un paese pulito e rispettoso della natura.... E questa è la Svizzera. L'Italia, invece, la vedo ancora meglio. Se noi italiani riprendiamo la nostra natura, quella imprevedibile e generosa siamo, imbattibili. Se costruiamo qualcosa insieme, siamo capaci di subire tutte le regole dell'Europa e del governo».

«Uno che fa vincere il Pd è capace di cose incredibili». «Bisogna dare fiducia a Renzi. Uno che è riuscito a far vincere il Pd è capace di cose incredibili. Bisogna dargli fiducia per forza - ha detto Benigni - Fa tante promesse, ma ora si è calmato. Prima faceva una riforma al mese. Ora ci sono i mille giorni. Lui spera che ce ne scordiamo, ma io ti seguo giorno per giorno. Gli 80 euro sono stati un colpo bellissimo. Ha detto che sarebbero rimasti in busta paga e ha mantenuto la promessa. Sono rimasti solo quelli, non c'è niente nient'altro perché non c'è lavoro, ma gli 80 euro sì, rimangono».

Dai saluti a Prodi alle ironie sul Pd e sulla Giannini in topless. Benigni ha anche salutato Romano Prodi (ospite in studio) e «i suoi 101 ospiti», riferendosi ai franchi tiratori nell'elezione del presidente della Repubblica. Poi ancora battute su Mario Draghi, le ministre in carica («Una ministra in topless non si vedeva dai tempi di Spadolini», con chiaro riferimento al ministro Giannini), le banche («Sono in crisi, non riescono ad arrivare alla fine del mese») e le indagini in Emilia Romagna («Quella dell'Emilia è una sciocchezza rispetto al Piemonte, all'Expo, al Mose. Tutto al nord. Bisogna stare attenti che la malavita non scenda al sud, è una cosa pericolosa».

«Sono europeista da prima di Carlo Magno - ha affermato Benigni - ma l'euro è una moneta senza Stato. Ci sono 28 Paesi ognuno con un suo punto di vista. Di peggio c'è solo la sede del Pd. Se ognuno si libera dalle sue piccole cose e cede sovranità riusciamo a farla questa Europa. Non è uno scambio di regole ma di sogni. E questa è l'unica cosa che ci garantisce la pace».

Prodi: i franchi tiratori me li sono scordati... «Me lo son proprio scordato...»: Romano Prodi ha scherzato così, replicando indirettamente a Roberto Benigni che nel suo intervento video ricordava i 101 franchi tiratori del Pd che non ne consentirono nel 2013 l'elezione al Quirinale.

«Io in corsa per il Quirinale? Il mio tempo è finito». «Lo ripeto: non sono in corsa né per incarichi di carattere locale, né di carattere nazionale - ha detto Prodi rispondendo ad una domanda di Giannini che gli chiedeva se sia ancora in corsa per il Quirinale - Credo che il mio tempo sia finito e non è neanche finito male. Nella vita i vecchietti si devono ritirare prima di cadere».

Floris, partenza con Crozza-Renzi e autoironia. «Oggi inizia la nostra nuova avventura su La7 - ha detto Floris in apertura del suo nuovo programma "diMartedì" - Ricominciamo da capo dopo tanti anni. Cambiare dopo tanto tempo, lasciando una cosa che va bene per farne una nuova è una cosa difficile e dura ma è molto bello. Speriamo di convincere piano piano le persone che per tanti anni ci hanno seguito a tornare con noi. Piano piano». Subito dopo l'attesa copertina di Maurizio Crozza, che ha iniziato nei panni di Matteo Renzi: «Giova, tu sei la prova evidente che io mantengo le promesse. Senza nemmeno aspettare i mille giorni a te ti ho fatto fuori dalla Rai nei primi venti minuti». Poi la satira sul programma dei 1000 giorni («più lo ripeto e più mi convinco pure io»): «Vi spiego - ha detto Crozza nei panni di Renzi - lo slogan "passo dopo passo". Uno mi chiede: che fai sulla scuola? Ed io: "passo". Che fai con la giustizia? Ed io: "passo". Così arrivi a fine legislatura senza aver fatto un beneamato passo».

Crozza torna dunque nei suoi panni e fa gli auguri alla nuova trasmissione, con un po' di autoironia: «Giova - dice Crozza - che bello che tu sia qui a La7. Perché qui non c'erano talk show». Poi spara contro i titoli dei nuovi programmi "diciannovEquaranta" e "diMartedì": «Scusa ma i tuoi figli come li hai chiamati "quello nato a marzo" e "quello nato a novembre"?», dice il comico che poi paragona Renzi all'iWatch «E' bello ma poi pensi: a che minchia serve?»). E chiude con l'imitazione di Marchionne e con un duetto tra il segretario della Fiom e la Camusso, entrambi interpretati da lui.

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