Bagnasco, no alle Unioni civili: si riapre lo scontro. Maggioranza divisa, Ncd con i vescovi

Bagnasco, no alle Unioni civili: si riapre lo scontro. Maggioranza divisa, Ncd con i vescovi
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Domenica 23 Agosto 2015, 21:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 18:23
Per la Chiesa è «scorretto» applicare i diritti che spettano alla famiglia, che è composta da «papà, mamma, bambini» ad altri tipi di relazione, ad esempio quelle omosessuali. Parla il cardinal Angelo Bagnasco e l'iter del disegno di legge sulle unioni civili sembra diventare ancor più faticoso di quanto non sia già stato prima della pausa estiva. Con una intervista al Corriere della Sera il presidente della Cei ripete con estrema chiarezza la linea dei vescovi italiani e immediatamente riemergono nella maggioranza tutte le contraddizioni che gravano su un tema sensibile come quello delle Unioni civili che al Senato è stato incardinato come ddl Cirinnà.



Il primo a replicare con decisione a Bagnasco è il sottosegretario Ivan Scalfarotto che premette come le idee di Bagnasco siano fuori dal tempo e dalle dinamiche delle democrazie occidentali: «Quello che il cardinale afferma è sbagliato. La Corte costituzionale con un sentenza importante del 2010 ha detto che le coppie omosessuali, che sono formazioni sociali protette dall'articolo 2 della costituzione, devono essere protette come coppie e non come diritti dei singoli», spiega.



Ma anche oggi si è visto che l'alleato di Governo, Ncd, su questo tema rimane svincolato e resiste compatto al suo interno: «Bagnasco coglie in pieno la questione. E sulle unioni civili la nostra posizione

da sempre è molto chiara: ok a una buona legge sui diritti, ma no ad una legislazione sulle famiglie di fatto», sottolinea il capogruppo di Ap alla Camera Maurizio Lupi.



Sulla stessa linea la Lega Nord che con Maroni conferma che questa è la Chiesa che piace al Carroccio. Se le associazioni gay giudicano le parole di Bagnasco «un trionfo di razzismo omofobo» gran parte del centrodestra plaude al capo dei vescovi annunciando battaglia contro il ddl Cirinnà alla ripresa dei lavori parlamentari. Battaglia che si annuncia all'ultimo sangue anche per le perplessità interne del Pd dove l'ala cattolica frena su alcuni punti del provvedimento. Lo spiega bene Giacomo Portas deputato Pd e leader dei «Moderati»: «Facciamo una legge sulle unioni civili entro Natale, ma non corrisponde alla volontà degli italiani una equiparazione con i matrimoni fatti di un uomo e una donna».



Paletti, distinzioni e convergenze trasversali, come è comprensibile che accada su un tema etico. Per questo ci potrebbero essere prove di dialogo con i grillini che confermano la loro volontà di chiudere il provvedimento: «Il Movimento 5 Stelle ha avuto un ampio mandato dai cittadini che sul blog di Grillo si sono espressi a favore della necessità di un riconoscimento delle coppie in unioni civili e intendiamo dare il nostro contributo legislativo perché una legge in tale direzione venga emanata», spiega il senatore M5S Alberto Airola.



Ufficialmente il no è all'equiparazione delle unioni civili al matrimonio. Ma il punto è che molti cattolici temono che «si apra la porta a adozioni, utero in affitto e reversibilità delle pensioni». Così il partito di Alfano punta i piedi e dice: «sì al confronto» ma «nessuna accelerazione». La relatrice Cirinnà assicura, con tanto di emendamento depositato, che le norme eviteranno ogni specifico richiamo al matrimonio. Inoltre c'è l'ok a parlare di partner e non di coniuge. Ma non è bastato a luglio e non basterà in autunno. Lo scontro prosegue.