L'Anm in trincea: ci vogliono normalizzare. Ma si divide

L'Anm in trincea: ci vogliono normalizzare. Ma si divide
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Venerdì 27 Febbraio 2015, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 09:11
ROMA - Una presa di posizione molto dura, sebbene la magistratura associata sia ormai balcanizzata. Se fino a qualche giorno fa le tante divisioni interne avevano portato alla scelta di non attuare nessuna forma di sciopero contro la legge sulla responsabilità civile, ieri l'Associazione nazionale magistrati ha tenuto una conferenza stampa da barricate. La riforma della responsabilità civile ha un valore politico e il «vero tema» è «il riequilibrio dei rapporti tra politica e magistratura», è il centro del discorso dell'Anm che parla di vero e proprio «tentativo di normalizzare la magistratura».



IL DECALOGO

Dichiarazioni che entrano nel merito anche degli altri interventi fatti dal governo. Non solo la politica non ha fatto «le buone riforme» per la giustizia, ponendo tra la sue priorità la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, ma ha sventolato questa bandiera per «nascondere la sua incapacità» di mettere a punto interventi «seri e concreti», dicono le toghe. Che hanno quindi lanciato il loro «decalogo della buona giustizia»; 10 interventi, che partono dalla riforma della prescrizione, con l'abolizione della ex Cirielli, e dall'utilizzo nella lotta alla corruzione degli strumenti investigativi previsti nel contrasto alla mafia.

Tra le richieste ci sono quelle di rafforzare la lotta all'evasione fiscale, destinando i maggiori introiti alla giustizia, così come le risorse sottratte alla mafia; dare attuazione alla funzione rieducativa della pena, investendo sul personale che opera nelle carceri; assicurare il funzionamento del processo civile telematico; assumere nuovi cancellieri e riqualificare il personale amministrativo. «Appena due giorni fa, un quotidiano ha parlato di riequilibrio dei rapporti tra magistratura e politica. Noi crediamo che sia questo il punto, che si sia voluto mandare un messaggio. Il problema di questa riforma è il valore simbolicoi», ha detto il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli.



LA PROTESTA DI MILANO

Ma la linea di ”responsabilità” che ha portato a scegliere di non scioperare potrebbe non reggere più alle tante troppe tensioni interne all'organizzazione. Che spingono in direzioni diverse. Ieri, la giunta milanese dell'Anm ha chiesto formalmente alla Giunta esecutiva centrale dell'associazione di «individuare tra le attività di supplenza svolte dai magistrati (in genere la supplenza dei cancellieri d'aula, in modo da permettere lo svolgimento delle udienze nonostante la carenza di personale ndr) quelle da poter sospendere, indicando tempi e modalità, nel rispetto della funzione giurisdizionale al servizio dei cittadini». Lo sciopero «bianco» per le attività di supplenza è la stessa proposta che aveva fatto Piercamillo Davigo, fondatore della corrente Autonomia e indipendenza nata recentissimamente dalla spaccatura di Magistratura indipendente. Il congresso fondativo si svolge questa mattina e, come dimostra la presa di posizione dei milanesi, potrebbe raccogliere adesioni inaspettate.



M. I. ROMPE IL FRONTE

Ma a minare la compattezza dell'organizzazione potrebbe essere anche la raccolta firme lanciata da Magistratura indipendente «per la convocazione di un'Assemblea generale straordinaria al fine di sollecitare “azioni forti” contro quanto deciso nell'ambito del Comitato Direttivo Centrale dell'Anm, lo scorso 22 febbraio», come dice il comunicato diffuso in questi giorni. Le firme sono già 250, ha fatto sapere il segretario Angelantonio Racanelli, ovvero bastano già ad ottenere la convocazione di una Assemblea generale straordinaria. Ma «la raccolta firme proseguirà, però, perché si vuole dare un segnale forte ai vertici dell'Anm».