Fratelli d'Italia, sì della fondazione di An per l'uso del simbolo alle elezioni. Gasparri contrario: farò causa

Giorgia Meloni (Foto Lami/Ansa)
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Sabato 14 Dicembre 2013, 17:28 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 15:11
ROMA - scontro a destra su l'utilizzo del simbolo di An in vista delle elezioni europee e di eventuali elezioni politiche. All'assemblea della Fondazione di Alleanza Nazionale, all'Hotel Ergife, si è consumata una battaglia tra Fratelli d'Italia, che intendono utilizzare nel proprio logo il simbolo di An da una parte, e dall'altra il gruppo de La Destra di Storace, Menia, Nania e Polibortone, che vogliono rifare An, e Gasparri-Matteoli ormai dentro Fi che intendono congelare il simbolo. Alla fine, dopo un dibattito a porte chiuse che, a detta dei partecipanti ha avuto dei momenti di forte tensione, l'ha spuntata il partito di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa che insieme a Gianni Alemanno hanno ottenuto il via libera dall'assemblea ad avvalersi in modo «parziale o totale» del simbolo della fiamma tricolore del vecchio Msi, dentro la scritta Alleanza Nazionale, per il 2014.



È passata infatti con 290 sì su 292 votanti (gli altri due si sono astenuti) la mozione Meloni-La Russa, mentre gli altri due contendenti hanno ritirato le proprie emozioni. Ad accendere la miccia sono stati Gasparri e Matteoli che hanno dichiarato non ammissibile la mozione sul simbolo e hanno annunciato «un contenzioso» che fa prevedere un futuro di carte bollate. I due esponenti di Forza Italia contestano la legittimità stessa della votazione visto il ritiro degli altri votanti. «Su oltre mille iscritti - hanno denunciato - all'assemblea hanno rinnovato l'adesione in 695 e la mozione è passata con 290 voti. Ma il numero degli aventi diritto, 695, che non ha partecipato al voto ritenendo inammissibile la richiesta della mozione di Fratelli d'Italia è stato superiore a 400. Quindi il voto non è legittimo essendo stato espresso da meno di un terzo degli aderenti alla Fondazione».



Tesi questa, diffusa con un comunicato a fine assemblea, che è stata respinta dai Fratelli d'Italia che con La Russa e Alemanno parlano di «un voto legittimo e un quorum corretto». Ma numeri a parte e in attesa di un probabile ricorso, la decisione di Gasparri di ritirare la sua mozione «per violazione dello statuto» ha portato anche i promotori della mozione di destra Menia e Polibortone a ritirare la propria mozione. «Manipolare il simbolo - ha detto Gasparri - è stato azzardato e non resteremo a guardare», mentre Menia ha lamentato un «atto di arroganza» da parte del duo Meloni-La Russa che hanno reso impossibile una mediazione. «Si poteva concludere - afferma Menia - in altro modo ma c'è stato un prendere o lasciare. La ripartenza per riaggregare la destra - sostiene Menia - può esserci solo riaprendo la casa di An che avevamo chiuso per andare con il Pdl, ma ora che il Pdl non c'è più dobbiamo riprenderci la nostra storia e il nostro elettorato».



Di diverso avviso Meloni, La Russa e Alemanno: «Abbiamo fatto questo - spiega La Russa - per evitare un'eccessiva frammentazione della destra e vogliamo costruire un partito aperto a tutti in continuità con le tesi di Fiuggi». «Ce l'abbiamo fatta, oggi - esclama Alemanno - è un giorno molto importante che apre un percorso comune per la casa della destra e per chi nel centrodestra non si ritrova in Forza Italia». L'ex sindaco di Roma parla di un «processo costituente, realmente aperto a tutti» e si dice «convinto che al congresso di gennaio nascerà un nuovo grande partito della Nazione che raccoglierà l'eredità di An». Anche la leader di Fratelli d'Italia invita a superare le divisioni e chiede di «partecipare concretamente alla fase costituente di evoluzione di Fratelli d'Italia». E per quanto riguarda l'utilizzo parziale o totale del simbolo di An, conteso con La Destra, Giorgia Meloni annuncia «elezioni primarie aperte su come utilizzarlo» oltre a «primarie per scegliere la nuova dirigenza». L'obiettivo è quello di riprendersi il bacino elettorale di An che per lungo periodo ha avuto percentuali a due cifre.






Il patrimonio di An che consiste in circa 55 milioni di euro e una settantina di immobili non si tocca. L'ha deciso l'assemblea della fondazione An quando ha votato sul possibile utilizzo del simbolo da parte di Fratelli d'Italia. Nella mozione approvata, infatti, FdI dichiara che «nulla pretende del patrimonio di An che deve continuare ad essere gestito dalla Fondazione nella sua piena autonomia e secondo i dettami del suo statuto e il rispetto delle leggi».
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