Ex An spaccati, la spunta la Meloni: potrà tenersi il simbolo

Giorgia Meloni
di Antonio Calitri
3 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Ottobre 2015, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 22:52
Con l'aiuto di Maurizio Gasparri e Altero Matteoli, nella conta per decidere il futuro della fondazione Alleanza Nazionale passa la mozione dei Fratelli d'Italia. Con il risultato che le cose all'interno dell'ex galassia di Alleanza Nazionale restano così come sono, con l'utilizzo del simbolo di An e il compito di aggregare le destre al partito di Giorgia Meloni e con il ricco patrimonio che resta all'interno della fondazione e non verrà utilizzato per creare un nuovo partito di destra come invece voleva la mozione dei cosiddetti quarantenni, guidato da Sabina Bonelli, Michele Facci e Fausto Orsomarso e altri giovani sostenuto dall'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e dagli uomini di Gianfranco Fini.



Gli ex dirigenti di An sono stati impegnati tutto il week-end all'interno del romano hotel Midas in un confronto duro per decidere il futuro della fondazione e dei beni (un patrimonio di oltre 180 milioni di euro) che furono messi in sicurezza quando si sciolse il partito per confluire nel Pdl. All'apertura dei giochi, sabato, le più importanti mozioni sul tavolo erano quelle dei quarantenni sostenuti oltre che da Alemanno, anche da Roberto Menia, Italo Bocchino e Mario Landolfi che chiedevano un congresso per creare un nuovo partito di destra, una sorta di costituente per una casa comune delle tante anime che furono, da attuarsi entro il prossimo aprile 2016.



La mozione dei forzisti Matteoli e Gasparri che invece chiedevano che il patrimonio di An venisse vincolato ai soli fini culturali come adesso, e quella riconducibile a Fratelli d'Italia che boccia la nascita di un altro partito e punta a essere l'aggregatore dell'area. Con Ignazio La Russa nel ruolo di mediatore che ha tentato di non arrivare alla conta finale cercando di trovare un punto comune. Se la mediazione ha funzionato con gli ex colonnelli ora in Forza Italia, non ha trovato sponda nei quarantenni.



LA TRATTATIVA

La Russa a un certo punto ha chiuso la trattativa dicendo che «abbiamo concesso tutto ai quarantenni, poi abbiamo capito che dall'esterno qualcuno influenzava la trattativa puntando non sull'aggregazione di un unico soggetto ma su due soggetti paralleli. Evidentemente, qualcuno che non voleva confrontarsi con la Meloni». Alla fine si è andati alla conta in un clima abbastanza pacato e un po' stanco, con l'assemblea di 490 delegati che ha approvato con 266 voti la mozione di FdI mentre quella dei quarantenni si è fermata a 222 voti, 24 sotto il quorum dell'approvazione. Al risultato però è stato soprattutto Gasparri a scatenarsi contro gli sconfitti twittando un «soddisfatto per la sconfitta del tentativo di Fini e Alemanno di condizionare fondazione An, respinto assalto alla cassa».



Più pacata invece la Meloni, vera vincitrice del confronto che sempre su Twitter ha scritto: «Fondazione An: Fatta chiarezza, a FdI compito di aggregare destra moderna». Per Alemanno con questo risultato «si è persa una grande occasione ma sono orgoglioso che abbiamo preso il 45% sfidando due patriottismi alleati insieme, quello di Fdi e quello di Forza Italia. Dalla nostra aggregazione Forum Destra adesso nascerà il Movimento per la destra unita che cercherà di dialogare anche con Fdi».