Alfano: «Dopo decreto sugli stadi violenza in calo»

Alfano: «Dopo decreto sugli stadi violenza in calo»
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Sabato 20 Dicembre 2014, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 08:38

«Noi abbiamo approvato un decreto, da me proposto al Governo e al Parlamento lo scorso agosto, e a tre mesi dall'ingresso in vigore della legge, abbiamo riscontrato che ci sono stati degli importanti miglioramenti e dei cali della violenza negli stadi». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margine di un quadrangolare di calcio all'Acquacetosa, a Roma, tra giornalisti, magistrati e parlamentari in solidarietà con un giovane arbitro pestato per aver fischiato un rigore su un campo di provincia.

Anche Alfano ha indossato gli scarpini ed è sceso in campo con la maglietta bianca numero 7, nella rappresentanza dei parlamentari.

L'incontro, davanti a circa 500 ragazzi delle scuole calcio che si allenano nei campi dell'Acqua Acetosa, era a scopi benefici e di promozione dei valori della legalità, del rispetto e dell'educazione, simboleggiati proprio dal giovane arbitro Luigi Rosato. Presenti anche il capo della polizia, Alessandro Pansa e il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

«Nei prossimi giorni - ha aggiunto Alfano presenteremo i dati nel dettaglio, ma posso dire che una legge più severa, quella che ha previsto il rafforzamento, l'irrobustimento del Daspo, ha funzionato».

«Lo sport e la legalità coincidono», ha detto ancora Alfano. «Chi fa sport da bambino - ha spiegato - impara che ci sono delle regole e che l'arbitro è chiamato a farle rispettare e che, quando l'arbitro fischia, tu devi rispettare la decisione dell'arbitro. Questo sta a significare tante cose nella vita. Ecco perché coniughiamo lo sport con la idea di una società dove la legge venga rispettata e dove le regole siano alla base della convivenza civile».

«La storia di questo arbitro, di questo ragazzo - ha spiegato ancora Alfano in riferimento al Rosato - racconta di come ci siano dei veri e propri pazzi che non amano lo sport, che odiano lo sport, che vanno allo stadio rovinando la festa di quello che è lo sport più amato dagli italiani. Ma racconta anche la storia del papà di questo giovane arbitro, un nostro poliziotto, che è stato lì a dare sostegno e calore al figlio e al quale il figlio è rimasto molto grato, anche pubblicamente, con un'attestazione di ulteriore amore e affetto. Credo che questo esempio, nel rapporto tra padre e figlio, sia un esempio molto importante per tutti coloro che amano questo sport».

«Il ruolo dell'arbitro - ha proseguito Alfano - è il ruolo di chi fischia, fa rispettare la regola e quando c'è qualcuno che reagisce all'arbitro, reagisce a chi è chiamato a fare sì che le regole vengano rispettate. Quindi - ha aggiunto - noi siamo a dire che, nel nostro Paese, la legge c'è, va rispettata e quando l'arbitro fischia, tutti devono fermarsi. Ecco, io penso che lo sport insegni anche questo ed è qualcosa di molto importante, anche per chi accompagna i propri ragazzi nello sport».

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