Alessandro Criscuolo, ecco chi è il nuovo presidente della Corte Costituzionale

Alessandro Criscuolo
di Silvia Barocci
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Mercoledì 12 Novembre 2014, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 17:00
Sarà una delle presidenze più lunghe della storia della Corte Costituzionale quella che il neo eletto Alessandro Criscuolo garantirà fino al prossimo 11 novembre del 2017.



Non un record (Ambrosini, Azzariti, Elia e Saia superarono i tre anni) ma senz'altro un'inversione di rotta rispetto alla tradizione che negli ultimi anni ha sempre privilegiato l'anzianità di nomina e, di conseguenza, mandati anche assai brevi allo scranno più alto della Consulta. Basti ricordare che l'uscente Giuseppe Tesauro è stato in carica per soli tre mesi, mentre giuristi del calibro di Vincenzo Caianiello e Giuliano Vassalli non hanno superato 45 giorni il primo, e tre mesi il secondo.



Criscuolo, che per un voto non era stato eletto lo scorso luglio al posto di Tesauro, stavolta è riuscito a fare il "salto", superando non solo Paolo Maria Napolitano (che sarebbe rimasto in carica fino al prossimo luglio), ma anche un altro giudice più anziano di nomina, Giuseppe Frigo. Stavolta lo scarto a favore del neo presidente è stato di due voti: otto per lui e sei per Napolitano.



La discontinuità - in una Corte che ancora attende la nomina del quindicesimo giudice da parte del Parlamento e che oggi ha visto per la prima volta partecipare i tre neo eletti giudici, Daria de Pretis, Nicolò Zanon e Silvana Sciarra - avrà senz'altro il merito di essere più "accattivante" all'occhio dell'opinione pubblica, ma rischia di essere foriera di tensioni o squilibri all'interno di un collegio che ha scelto il suo 39esimo presidente con un risicato scarto di voti. Un primo segnale di novità Criscuolo l'ha dato nella scelta dei due vicepresidenti, Marta Cartabia e Giorgio Lattanzi, anch'essi più giovani in carica rispetto ad altri papabili che per tradizione vengono nominati vice.



Settantasette anni, napoletano, una vita in magistratura fino ad approdare, nel 2007, alla presidenza della sesta sezione penale della Corte di Cassazione, Criscuolo ha alle spalle un lungo periodo di attività "sindacale" come esponente di punta della corrente moderata di Unicost: dal 1984 al 1988 è stato presidente dell'Associazione nazionale magistrati.



Nel 1985 si trovò a gestire gli attacchi rivolti dall'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi alla magistratura dopo che il tribunale di Roma aveva condannato deputati e giornalisti socialisti dell'Avani per aver diffamato il pm del processo Tobagi, Armando Spataro. Era l'anno di Francesco Cossiga, presidente della Repubblica e del Csm, diede un clamoroso stop all'organo di autogoverno dei magistrati che voleva discutere e approvare un documento di censura contro Craxi.



Nel 1990, e per l'intero periodo della bufera Tangentopoli, Criscuolo viene eletto tra i "togati" del Csm. Rientrato in ruolo, è nominato consigliere di Cassazione, dove ha ricoperto numeorsi incarichi. In molti ricordano la sua difesa, nel 2008, davanti alla sezione disciplinare del Csm, di Luigi De Magistris, ex magistrato e ora sindaco di Napoli, incolpato per come condusse l'inchiesta "Why not".



Le loro strade si incontrearanno di nuovo: tra le questioni più spinose che la Consulta dovrà affrontare nei prossimi mesi, infatti, ci sarà la legittimità del cosiddetto decreto legislativo Severino. Il riscorso è stato sollevato dal Tar della Campania cui De Magistris si era rivolto dopo esser stato sospeso dalle funzioni a seguito di una condanna per abuso di ufficio.