Con questa disposizione (art.26) si intende «rendere effettivo» e rafforzare «la natura 'pubblica' della risorsa acqua, come richiesto anche dai 'saggì e dalla normativa nazionale». L'Autorità per l'energia elettrica ed il gas per «garantire l'accesso universale all'acqua assicura agli utenti domestici a basso reddito del servizio idrico l'accesso a condizioni agevolate alla quantità di acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali».
Il tutto, a cominciare dalla copertura dei costi, viene garantito dalla «previsione di un'apposita componente tariffaria» per le «utenze non agevolate del servizio idrico integrato». Quanto alla morosità (art.27), per Orlando «non si può lasciare all'azienda la facoltà di decidere del distacco dell'acqua. Bisogna garantire procedure adeguate, vista la specificità del bene acqua, che è un bene fondamentale per la vita umana». Il provvedimento intende regolamentare le modalità di gestione del fenomeno per limitarne l'insorgenza, e assicurarne il contrasto per non far ricadere i costi sugli utenti non morosi e «per garantire un livello minimo di fornitura di acqua anche alle utenze non in regola con i pagamenti».
Il Fondo di garanzia per interventi per infrastrutture idriche (art.25), a decorrere dal 2014, si pone l'obiettivo di rilanciare gli investimenti e garantire un'adeguata tutela ambientale in base alle prescrizioni europee. In particolare il Fondo, che sarà alimentato da una specifica componente della tariffa, servirà anche per completare le reti di fognatura e depurazione ed evitare sanzioni europee per inadempimento dell'Italia. Per il sottosegretario alle Infrastrutture Erasmo D'Angelis «dopo anni l'acqua torna tra le priorità del Governo» con «tre prime risposte all'esito del referendum» che sta impegna «ad occuparsi di qualità del servizio idrico, stato degli acquedotti, depuratori, dighe e altre infrastrutture idriche».
I gestori, con il direttore generale di Federutility, plaudono alla «tariffa sociale 'come per l'energia', ma mette in guardia sui distacchi ai morosì» dal momento che sono da «giustificare solo le famiglie in reali difficoltà economiche per non penalizzare gli onesti». Federutility ricorda che «in Italia il 4,3% degli utenti, con 860 mila famiglie, non paga l'acqua, creando un 'bucò pari a 3,8 miliardi di euro». Ma il Forum italiano dei movimenti per l'acqua fa sapere che «la tariffa sociale non basta»; e chiede al «al Governo Letta di rispettare davvero i referendum togliendo i profitti dalla bolletta e iniziando il processo di ripublicizzazione».
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