Yemen, presidente e vice rassegnano le dimissioni: ora il paese rischia l'anarchia

Yemen, presidente e vice rassegnano le dimissioni: ora il paese rischia l'anarchia
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Giovedì 22 Gennaio 2015, 21:56 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 19:26
Il presidente yemenita Abed Rabbo Mansur Hadi e il suo primo ministro Khaled Bahah hanno rassegnato le dimissioni oggi a seguito dei disordini che si stanno verificando nel paese.



Assediato dai ribelli sciiti Huthi, il presidente ha gettato la spugna: la capitale Sanaa è in mano ai miliziani sciiti, che da due giorni circondano anche il palazzo e la residenza presidenziali. Le dimissioni sono state però respinte dal Parlamento.



La costituzione assegnerebbe ora l'interim allo speaker del parlamento, Yahia al-Rai, considerato un alleato dell'ex presidente Abi Abdullah Saleh, deposto sull'onda del malcontento popolare tre anni fa, col beneplacito dei paesi del golfo e degli Usa.



Ieri Hadi aveva accettato sotto il mirino degli Huthi di modificare la costituzione del Paese, a maggioranza sunnita, includendo rappresentanti dei ribelli sciiti in parlamento e nelle istituzioni statali. L'accordo ha permesso a Hadi e al premier Bahah di rientrare a casa loro, anche se i ribelli, usciti dall'interno dei palazzi, non hanno rotto l'assedio.



Se Hadi uscisse davvero di scena - benchè il parlamento insista perchè torni indietro - lo Yemen potrebbe precipitare in un vuoto di potere con conseguenze imprevedibili: una situazione di potenziale anarchia 'alla somalà in cui si lascerebbe campo libero al conflitto fra gli sciiti e il jihadismo qaedista sunnita, che controlla grandi porzioni di territorio nel sud.



Qui manovra Al Qaida nella Penisola arabica (Aqpa), che si ritiene sia il principale sponsor - fra l'altro - dell'attacco parigino a Charlie Hebdo. Mentre sul

fronte opposto si profila l'ombra dell'Iran sciita che secondo alcuni mira a installare una «testa di ponte» nella penisola arabica per affrontare «in casa sua»

l'Arabia Saudita, rivale regionale di Teheran.



Gruppo armato appartenente allo zaidismo, branca dello sciismo che nel nord ha le sue roccaforti e che conta un terzo dei 25 milioni di yemeniti, gli Huthi

sono guidati dal 33enne Abdel Malek Huthi, figlio del fondatore del gruppo armato. Per otto anni (2004-2012) hanno combattuto l'ex presidente Saleh, anch'egli zaidita, sono ora strumentalmente sostenuti proprio dall'ex rais: deposto due anni fa sull'onda delle proteste popolari scoppiate in varie aree del mondo arabo.
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