Secondo le testimonianze del processo, Bernadetta, questo il nome della religiosa, puniva le disobbedienze dei ragazzi rinchiudendo i più giovani con quelli più grandi senza badare alle violenze che questi ultimi perpetravano sui primi approfittando dell'isolamento. Sarebbero stati una ventina i casi provati dal 2005 al 2006.
Molti ragazzi del luogo, in seguito al trauma, si sarebbero rifugiati nell'uso di alcol e droghe. «Si tratta di una ferita profonda non solo per noi ma per l'intera chiesa» ha commentato Claret Krol, superiora della congregazione a cui appartiene Bernardetta. Per tre anni la religiosa condannata era riuscita a evitare il carcere a causa del suo stato di salute, fino a ieri, quando la polizia l'ha prelevata dall'istituto in cui viveva e trasferita in cella.
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