Usa, la pizza vota a destra: le lobby della margherita finanziano i candidati repubblicani

La pizza al'americana made in Pizza Hut
di Giulia Aubry
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Mercoledì 4 Marzo 2015, 17:53 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 20:59
Se negli Stati Uniti la pizza potesse votare non darebbe la sua preferenza ad Obama o ad Hillary Clinton, ma metterebbe una croce sull’elefantino repubblicano.

Almeno questo è quanto emerge dai dati pubblicati da Bloomberg Business su quella che, il sito di economia più famoso al mondo, descrive come la “lobby” statunitense dell’industria della pizza. Eh si, perché le grandi catene come Domino, Pizza Hut e Papa John’s – poco diffuse in Italia, ma rese note nel nostro paese da film, telefilm e cartoni animati – spendono circa 1.5 milioni di dollari per finanziare le campagne elettorali negli Stati Uniti.



Una cifra notevole che serve ai proprietari dei diversi marchi per tutelare, anche a livello normativo, il loro prodotto (e il loro monopolio) contro la penetrazione di marchi internazionali e tipi diversi di pizza. Una prassi negli Stati Uniti che considerano i cosiddetti “gruppi di pressione” parte integrante dell’attività politica del Paese. E che, nel caso specifico, mostra come l’industria della pizza rappresenti un mercato così vasto e ricco da porsi inevitabilmente come un elemento dialogante, e non solo, nei confronti del Congresso statunitense.



Se dunque tutto ciò non deve stupire l’osservatore europeo, quello che effettivamente può colpire un po’ tutti è che l’88% di quel milione e mezzo di dollari, ricoperto di peperoni e mozzarella (secondo un gusto decisamente yankee), vada al Partito Repubblicano. Anche se può sembrare difficile immaginare gli esponenti del Tea Party in giacca e cravatta mentre addentano un trancio di pizza, sono proprio i conservatori a essere considerati i politici più attenti alle esigenze delle grandi catene di distribuzione del settore.



La pizza più repubblicana è Pizza Hut che, nelle ultime due tornate elettorali, ha investito ben 685.000$ destinandone il 98.9% a candidati dell’elefantino (simbolo del partito Repubblicano statunitense). Segue a ruota Papa John’s che ha suddiviso i suoi finanziamenti in maniera decisamente impari: l’87% ai repubblicani e appena il 4.6% ai democratici.



Il marchio Domino è quello che, tra le grandi aziende, destina la percentuale più alta ai democratici. E comunque non va oltre il 20%. La pizza Little Caesars – una piccola catena non diffusa in tutto il Paese – va oltre con il 27%, ma su un totale di appena 2.775$ di finanziamento.

Neanche Frank Underwood – protagonista di House of Cards e rappresentante dei Democratici nella finzione televisiva – riuscirebbe a smuovere le pizze a proprio favore. E non per nulla lui preferisce di gran lunga le costolette.



Nel recente passato ci è riuscito invece il repubblicano Mitt Romney che ha ottenuto finanziamenti dalla lobby della pizza per un totale di 110.807$. Almeno dopo la sconfitta contro Obama nel 2012 non gli sarà mancata una buona dose di carboidrati di conforto.